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Palermo, senti Diana: “Ecco cosa serve per vincere in Serie C. Io sulla panchina rosanero? Un giorno…”

TRIESTE, ITALY - OCTOBER 31:  Denis Godeas of US Triestina Calcio competes with Aimo Stefano Diana of Toeino FC during the Serie B match US Triestina Calcio and Torino FC at Stadio Nereo Rocco on October 31, 2009 in Trieste, Italy.  (Photo by Dino Panato/Getty Images)

Le dichiarazioni rilasciate dall'ex calciatore del Palermo

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Parola ad Aimo Diana.

L'ex calciatore del Palermo, approdato in Sicilia nel 2006 quando la compagine rosanero era guidata da Francesco Guidolin, è stato intervistato ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport'. Il tecnico del Renate, squadra che milita in Serie C e che ha terminato la stagione al terzo posto nel girone del Monza, conosce a menadito anche il Girone C, nel quale giocherà proprio il Palermo. Diana, infatti, nel corso della sua carriera, ha allenato anche la Sicula Leonzio. "Il Girone C è complicato. Sicuramente è il più tosto di tutti, perché ci sono piazze calde e appassionate. A ogni trasferta giochi con 15-20 mila persone come Catanzaro, Bari, Catania. Però, io credo nel valore di una rosa. Se la squadra è forte, è forte. Vedi Reggina e Bari che quest’anno hanno fatto un campionato a parte. Però, non c’è nessuna strada spianata anche se investi molto. Il Bari, ad esempio, ancora ha i playoff, ma lo stop pandemia ha inciso", sono state le sue parole.

LA RICETTA - "Non conosco per bene il progetto del Palermo, però non credo che questo ambiente si accontenti di fare un campionato da comprimario. In primis serve una rosa di valore. L’ago della bilancia potrebbe spostarlo la promozione o meno del Bari in B. Ci sono piazze e piazze e Palermo richiede un allenatore gestore con idee molto chiare su giocatori da prendere e che accetti la sfida di dover solo vincere. Poi, però, la differenza la fanno i calciatori. Se hai quelli forti, vinci. Ci sono società che puntano sui giovani, ma serve chi conosce la categoria. Non penso che debba consigliare altri allenatori o suggerire di scegliere me. Io credo che i dirigenti sappiano cosa fare, Sagramola e Castagnini non hanno bisogno di consigli. E sanno benissimo chi sono io, non è mia abitudine autocandidarmi, ho la mia storia e le mie forze. Poi un giorno, chissà cosa può succedere, magari la mia strada si incrocerà di nuovo con quella di Palermo. Quel che è certo è che ho grandi ambizioni per la mia carriera da allenatore".

LA ROSA - "Pelagotti, Lancini, Crivello e Martinelli conoscono anche Serie A e B? Questi sono tutti giocatori che, se hanno fame e ambizione e nell’ultimo anno hanno capito cosa vuole dire Palermo, possono rappresentare un buon punto di partenza. Se fossi io l’allenatore, mi focalizzerei sui giocatori abituati a vincere. Si pensi al Bari che ha preso un attaccante come Antenucci che ha ancora fame e ambizione. Non devi prendere giocatori che scelgono solo la piazza. Non credo che nessuno avrebbe difficoltà a scegliere Palermo, ma bisogna prendere quei giocatori che vogliono vestire la maglia rosanero anche per il progetto e che abbiano fame. Per questo, ad esempio, non serve acquistare 20 giocatori dalla B per vincere in Serie C", ha concluso Diana.

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