PALERMO

Palermo, nuovi equilibri: la mission di Castagnini, Filippi e il calciomercato

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Filippi si è guadagnato la conferma sulla panchina rosanero con l'intenso lavoro sul campo, una brillante gestione tattiica e mentale del gruppo ed i buoni risultati ottenuti. Compattare e rivitalizzare una squadra di cui conosceva vezzi e sospiri, stremata dall distonia trasversale con il suo predecessore, fino a condurla al raggiungimento dell'obiettivo minimo dei playoff nazionali, è stato comunque un traguardo significativo.

Da adesso in poi, l'asticella per l'allenatore siciliano si alza notevolmente: conferire identità e coralità, parallelamente a solidi equilibri e trame di gioco efficaci, ad una rosa chiamata dalla prima giornata a recitare da protagonista nel girone, sarà impresa tutt'altro che semplice.

Pressioni e aspettative saranno ragionevolmente diverse. Personalità, carisma e spalle larghe non fanno difetto all'ex vice di Boscaglia.  Filippi pare disporre di tempra, saggezza e lucidità sufficienti ad assolvere al pur gravoso compito. Tuttavia, la società dovrà essere brava a tutelare, sostenere  e valorizzare al meglio entusiasmo e lavoro di un  tecnico all'esordio nelle vesti di allenatore della prima squadra da inizio stagione. Tempestività e qualità dell'operato della dirigenza in sede di campagna trasferimenti faranno la differenza.

Fatta salva l'intelaiatura dell'attuale rosa da cui presumibilmente ripartire, Pelagotti, Accardi, Lancini, De Rose, Odjer Almici, Doda, Luperini, Floriano, Valente, Silipo, Peretti e Marong, appare evidente che servano almeno sei innesti di qualità per coltivare concrete ambizioni di vertice.

La scelta di responsabilizzare ed esaltare al meglio doti e potenzialità dei giovani talenti già in organico è al contempo obbligata e virtuosa. Superfluo sottolineare che per riuscire nell'intento, puntando realisticamente al salto di categoria, la nidiata di rampanti prospetti va protetta e corroborata da giocatori esperti, dal bagaglio calcistico definito, fattivamente in grado di spostare gli equilibri, solto il profilo tecnico e caratteriale, nel ginepraio della Serie C.

Monetizzare al meglio la cessione di Lucca (Sassuolo, Udinese, Parma e Bologna alla finestra per il bomber classe 2000), capitalizzare il cartellino di qualche elemento in scadenza il prossimo giugno non ritenuto centrale nel progetto tecnico, ascoltando eventuali offerte importanti per quei pochi tesserati in organico che al momento hanno mercato.

Passaggi propedeutici per rimpinguare il budget di 5 milioni attualmente a disposizione da reinvestire nell'acquisto dei tasselli destinati ad impreziosire il mosaico di Filippi. La prossima sessione di mercato si preannuncia tra le più complesse degli ultimi anni: creatività, esperienza, fiuto ed entrature dei direttori sportivi costituiranno valori aggiunti decisivi, specie in una categoria come la Serie C in cui le risorse economiche sono tendenzialmente limitate. Renzo Castagnini in quest'ottica rappresenta una garanzia per la società di viale dl Fante.

Un difensore centrale, due se dovesse materializzarsi un'uscita nel reparto, un esterno mancino, un paio di centrocampisti, almeno due attaccanti in un roster offensivo quasi totalmente da ricomporre. Questa, in linea di massima, l'idea di partenza per completare e potenziare l'attuale organico. Chiave di lettura dinamica e mutabile in subordine a varie situazioni ad oggi in bilico, dal futuro di Somma e Marconi a quello di Luperini, in attesa di sciogliere le riserve sul ruolo che ricoprirà l'uomo simbolo, Mario Alberto Santana, dentro o fuori i confini del rettangolo verde, nel Palermo che verrà.

Sullo sfondo, il club lavora alacremente nel tentativo di venire a capo di questioni tanto centrali quanto spinose: la ricerca di nuovi soci investitori che possano rilanciare il livello delle ambizioni, innestando nuova liquidità nelle casse societarie, il perfezionamento dell'iter burocratico relativo al progetto del centro sportivo, le modalità di uscita di scena di Tony Di Piazza, ormai ex socio di Hera Hora, che passa dal raggiungimento di un punto di convergenza in merito all'effettivo valore del 40% delle quote societarie di sua pertinenza.