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Palermo-Monopoli 3-0: le firme di Almici e Marconi, il tris di Saraniti! Riscatto rosa al “Renzo Barbera”

Un Palermo brillante regola in scioltezza la pratica Monopoli

Mediagol8

Il Palermo rifila tre gol al Monopoli e riparte di slancio.

Beffarda e indigesta, la sconfitta interna contro la Turris aveva lasciato in dote non poco fastidio nell'universo rosanero.

Un fisiologico incidente di percorso, per carità, al culmine di una gara non certo brillante ma giocata in costante proiezione offensiva dagli uomini di Boscaglia. Dopo aver sbattuto regolarmente contro il muro eretto da una compagine campana a dir poco attendista e rinunciataria, il classico contropiede subito ingenuamente nel cuore del recupero aveva posto fine alla serie positiva della formazione rosanero.

Oggi al "Barbera", il Palermo si è abbondantemente riscattato contro la squadra di Scienza, dominando un match dal canovaccio tattico ben diverso da quello del turno precedente. Forse con un pizzico di colpevole supponenza e letale presunzione, il Monopoli ha provato a giocarsela a viso aperto contro la compagine rosanero, pagando significativamente dazio in termini di esperienza, concretezza e fisicità. Qualche eccesso di confidenza in sede di palleggio nella prima costruzione, la tendenza ad accorciare in avanti con le linee non sempre sincrone e con il tempo giusto, la compartecipazione massiccia di gran parte degli effettivi alla fase di possesso, il baricentro spesso fin troppo alto, una palese difficoltà a ricomporre la densità, schermando a dovere la linea difensiva, una volta perso il pallone.

Il Palermo è sembrato spesso giocare al gatto col topo, restando sempre in pieno controllo, imprimendo ritmo ed accelerazioni al match a proprio piacimento, vanificando una serie stucchevole di ripartenze a campo aperto per mancanza di risolutezza e cinismo nella fase topica delle sue trame offensive.  Probabilmente una gara non letta in modo irreprensibile sul piano strategico dal tecnico dei pugliesi, un match la cui inerzia tattica ha esaltato la supremazia tecnica e atletica dei padroni di casa. Considerazione che nulla toglie alla performance del Palermo di Boscaglia che ha impattato con piglio e veemenza il match, mostrando da subito autorevolezza, intensità e voglia di imporre il proprio credo all'avversario.

Corto, alto, coeso e aggressivo, un Palermo che ha sfoderato grande reattività in sede di contrasto e palle contese, distinguendosi per linearità e fluidità ogni qualvolta ha dovuto fornire sbocco verticale alla sua manovra. Boscaglia ha mischiato un po'le carte nello stilare l'undici titolare, giocando sul filo delle motivazioni e degli input nervosi da fornire ai suoi uomini. Turnover oculato e ponderato, figlio anche del ragionevole debito di energie, fisiche e mentali, evidenziato contro la Turris da più di un effettivo in rosa. Chance dal primo minuto per Somma, Luperini e Silipo.

Immutato il dogma del 4-2-3-1, dispositivo tattico ormai familiare per il Palermo targato Boscaglia. 

Il brivido iniziale generato dall'incauto retropassaggio di Somma e conseguente infrazione al regolamento di Pelagotti, costretto a prendere la sfera con le mani per evitare guai peggiori, è stato forse l'unico vero brivido per la squadra di casa. La susseguente punizione a due dal limite dell'area piccola si è infranta sul muro rosanero, complice l'esecuzione a dir poco infelice degli ospiti. Menegatti si era già abbondantemente sporcato i guanti su Floriano, per ben due volte, e aveva rischiato grosso su percussione di Rauti. Senza particolare densità  tra le linee biancoverdi e con consistenti interspazi da sfruttare, il centrocampo di Boscaglia è riuscito spesso ad innescare la tecnica in velocità di Floriano, Silipo e Rauti. Luperini ha certamente conferito maggiore dinamismo e fisicità in zona nevralgica, Almici ha garantito la consueta spinta propulsiva sul binario destro, Odjer ha abbinato senso geometrico ed intensità, Saraniti ha saputo fungere da riferimento ed apriscatole con abnegazione e generosità. L'ingenuo placcaggio sui Rauti e il relativo calcio di rigore trasformato da Almici hanno stappato il match, tracciando il sentiero del trionfo rosanero. Quindi ci ha pensato Ivan Marconi, staccando imperiosamente su corner ben calibrato da Silipo, ad infliggere un colpo ferale alla psiche della compagine di Scienza.

Il calcio è davvero strano. Nonostante il Palermo sia apparso armonioso, fluido e incisivo nell'imbastitura dell'azione manovrata, creando vari pericoli al bravo Menegatti, sono comunque servite due palle inattive per gonfiare la rete ospite. La ripresa ha detto sostanzialmente poco. Il Monopoli ha spinto con ancora più audacia e coraggio, tessendo pregevolmente la sua tela fino alla trequarti, ma denotando una frustrante evanescenza in fase di finalizzazione. I cambi di Scienza hanno conferito freschezza ma al contempo pregiudicato ulteriormente i già labili equilibri tattici in sede difensiva.

Boscaglia ha dato spazio a Kanoute e Broh, richiamando Silipo e Rauti.

Proprio da una percussione del numero 20 rosa, ben imbeccato da Almici, ha avuto origine il terzo gol firmato Andrea Saraniti.

Assist al bacio quello dell'ex Catanzaro, preparazione e finalizzazione da manuale del bravo centravanti per l'ex Lecce e Vicenza. Boscaglia ha dato spazio a Valente in luogo di Floriano, quindi ha concesso una scorta di minutaggio nel finale ad Accardi e Martin in luogo di Somma e Luperini. Tante le potenziali ripartenze non capitalizzate a dovere dal Palermo per vizi di dosaggio ed eccessiva approssimazione all'atto della rifinitura.

La prestazione odierna può certamente catalogarsi come adeguata e convincente, ma bisognerà trovare qualità, lucidità e soluzioni anche per scardinare formazioni dall'assetto tattico particolarmente attendista e rinunciatario. Squadre con un tasso di esperienza e solidità diverso rispetto al Monopoli visto oggi al "Barbera",  complesso lodevole per filosofia calcistica, coralità ed indole propositiva, ma dalla tenuta difensiva chiaramente rivedibile.

La crescita sul piano corale e della condizione dei singoli in casa Palermo è comunque tangibile e confortante.

La squadra mostra identità, impianto di gioco riconoscibile, automatismi e sincronismi tracciabili, implementando progressivamente il livello di intensità e consapevolezza nei propri mezzi. La classifica inizia gradualmente ad assumere una conformazione più consona ad ambizioni e cifra tecnica dell'organico a disposizione del tecnico. Un organico di buona qualità per gli standard medi della categoria ma certamente perfettibile in sede di mercato invernale.

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