Leader tecnico e carismatico, baluardo invalicabile che guida e governa la linea difensiva. Nel cuore della retroguardia del Palermo di Corini, spiccano personalità e spessore di Fabio Lucioni, vero e proprio totem del ruolo in questa categoria. Fisicità, tempismo, capacità di lettura ed esperienza in quantità industriale per chi ha già vinto la Serie B quattro volte in carriera e punta ad allungare la sua striscia di campionati trionfali proprio in maglia rosanero. Centrale difensivo di straordinario rendimento, Lucioni è subito diventato punto di riferimento e perno del gruppo squadra, fuori e dentro il rettangolo verde. Con l'ex Frosinone alla guida, il reparto arretrato della compagine siciliana si è mostrato quasi imperforabile: un solo gol subito nelle prime quattro gare di campionato disputate. L'esperto difensore ha concesso una lunga intervista al "Corriere dello Sport", soffermandosi su vari spunti interessanti relativi all'avvio di stagione e non solo.
L'INTERVISTA ALLO ZIO
Palermo, Lucioni: “Difesa merito di tutti. Corini moderno, tifosi top. La Serie A…”
DIFESA BUNKER - "Grande solidità in fase di non possesso in questa prima parte di stagione? Precisiamo che non si tratta di un singolo reparto ma di una fase difensiva fatta con dedizione e abnegazione da tutta la squadra a partire dagli attaccanti che mostrano una grande disponibilità in tal senso sin dalla preparazione delle gare. E’ il loro lavoro che aiuta, nello specifico noi e la linea difensiva a cercare di non prendere gol. A livello di programmazione la società è stata lungimirante: al di là degli acquisti ha confermato un allenatore che conosce la categoria, sa come si preparano le partite e affrontare ogni avversario. L’intenzione dichiarata da tutti era cercare di alzare l’asticella perché per vincere in B non si può stare al di sotto di certi standard di qualità. Posso dire che in queste prime uscite si è visto nel gruppo un fattore di intensità mentale che in questa categoria è decisivo. E una squadra che sta svolgendo al meglio i dettami dell’allenatore".
CORINI TOP - "A Lecce con lui in panchina mancammo una promozione incredibile dopo essere arrivati ai play off. Il mister l’ho ritrovato molto carico e consapevole che sulle sue spalle grava una responsabilità ulteriore, perché sente sua una piazza dove ha vinto da calciatore e la vuole riportare in alto. Per lavorare nel migliore dei modi serve mantenere l’ambiente equilibrato e sano: noi dobbiamo supportare l’allenatore in qualunque scelta, farci trovare tutti pronti e diventare dei trascinatori. Altri tecnici incontrati in carriera che avevano un legame con Palermo? Da Auteri a De Zerbi ne ho apprezzati diversi. Tutta gente che vuole proporre un calcio importante; lo stile di De Zerbi (avuto a Benevento, ndc) è sotto gli occhi di tutti, ha fatto la gavetta poi è esploso in Inghilterra; ma anche Liverani (a Lecce) rispecchia queste prerogative e ovviamente Grosso che a Frosinone ci ha dato un’identità precisa. Corini è come loro, moderno e dinamico".
SCELTA PALERMO E TIFOSI - "Tre aggettivi per definire la Serie B? Imprevedibile, logorante, difficile. E serve compattezza: ci sono delle corazzate, ma non è detto che vincano subito. Chi è sceso dalla A fa fatica, guardate Cremonese e Spezia. E al contrario il Venezia che sta costruendo un grande percorso è partito dal lavoro dello scorso anno. Perché ho scelto Palermo? Arrivato ai 36 anni, di stimoli devi trovarne sempre di nuovi, indipendentemente dalla città. La pressione di vincere l’abbiamo, i proclami societari sono stati chiari, ma il mio obiettivo è trasmettere quei valori del lavoro che portano alle vittorie. Aggiungiamo questo termine alle caratteristiche della B: equilibrio. Non fare un dramma di una sconfitta, non esaltarsi ai filotti positivi. Poi Palermo è strepitosa, basta vedere quanta gente ci segue in trasferta. I tifosi possono darti la spinta in più ma attenzione a non dare tutto per scontato. Sono decisivi nell’aiutarti a gestire i momenti della gara con il calore che trasmettono ma nessuno pensi che vinceremo facilmente ogni gara. Il Cosenza ha una rosa importante, Caserta è un allenatore che cura i dettagli, dovrà scendere in campo il miglior Palermo a livello mentale e fisico".
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