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Palermo, la signora Zamparini rilancia: la nuova lettera di Laura Giordani alla città e al sindaco Orlando

Palermo, la signora Zamparini rilancia: la nuova lettera di Laura Giordani alla città e al sindaco Orlando

La redazione di Mediagol.it riceve e pubblica una nuova lettera aperta a firma Laura Giordani Zamparini, indirizzata alla città di Palermo e al sindaco Leoluca Orlando

Mediagol7

Laura Giordani rilancia.

La moglie dell'ex patron del Palermo Maurizio Zamparini affida a Mediagol.it una nuova lettera aperta indirizzata alla città di Palermo e al sindaco Leoluca Orlando, dopo il duro sfogo nei confronti degli organi istituzionali del mondo del calcio pubblicato dall'edizione odierna del 'Corriere dello Sport' (LEGGI QUI).

"26/5/19

Lettera aperta alla città di Palermo e al primo cittadino, Leoluca Orlando, sindaco.

Mio marito si trova da 4 mesi privato della libertà anche di comunicare, e lo faccio io per lui e la ns famiglia.

Questa lettera non sarà uno sfogo, anche se ce ne sarebbero gli estremi, ma un racconto doloroso di un uomo che si vede rifiutato da una città con la quale ha condiviso gioie e sofferenze calcistiche.

Servirà soprattutto a ribadire come Maurizio mai nella sua lunga vita da imprenditore ha fatto cose illegali: ha dato lavoro a tremila dipendenti, ha amministrato con suoi professionisti sempre nella regolarità tutte le aziende.

Ha creato anche mille posti di lavoro a Palermo.

Certo con la burocrazia del mondo di oggi è difficile anche per professionisti esperti non commettere qualche svista ed errore: ma mai intenzionale e mai doloso per gli interessi altrui e dello stato. Anche la amministrazione del Palermo calcio con la dirigente Daniela De Angeli, è stata corretta ed esemplare, tanto da meritarsi sempre gli elogi degli organi di controllo del calcio.

A un certo punto mio marito ha sentito che i suoi tempi erano finiti, poiché sia i media che una parte della città gli era contraria: e nel calcio è facile che succeda poiché unico giudice sono i risultati. Non è facile lavorare nel calcio se una città non è unita alla squadra e alla società.

Ha cercato compratori affidabili, è stato sempre avvicinato da avventurieri senza mezzi che lo hanno prima illuso, cercato di imbrogliare e, quando scoperti, si sono allontanati. Ultimo gli inglesi che avevano evidenziato fondi mai arrivati nel Palermo. Prima il sig. Baccaglini che tentava, dopo aver prodotto documenti falsi, di prendere il Palermo dal fallimento: certo che senza debiti calcistici si mantiene il titolo sportivo anche in una società fallita, e il loro calcolo era che prendere una società a due lire con 25 M di paracadute in arrivo era un affare. Ha cercato anche aiuto nel mondo palermitano e siciliano: senza risultati.

La società ha subito un attacco con istanza di fallimento, senza che ci fosse alcun fornitore a farla, ma le istituzioni di Palermo. Un attacco a una sua gestione che in 16 anni aveva portato alla Regione Siciliana più di 300 M come uno dei maggiori contribuenti regionali, 160 posti di lavoro sicuri, sempre retribuiti, un indotto formidabile a tutta la città, operativa per tutti gli anni di serie A: una società così non va fatta chiudere, ma va aiutata, poiché ha prodotto e produce ricchezza per la comunità, non per la Proprietà. Con il Palermo in Serie C solo la Regione perderà decine di milioni per contributi in meno.

Come ricompensa per i suoi 16 anni di lavoro, respinto il fallimento perché la società era gestita regolarmente, hanno continuato a perseguitarlo con ipotesi di reato irreali, con una campagna stampa feroce che lo dipingeva nel mondo come un imbroglione malavitoso, accuse quasi tutte cadute tranne una ipotesi di false comunicazioni sociali per fatture false, cessione marchio, che ora anche la cassazione, oltre al tribunale fallimentare, hanno fatto rilevare reali e nelle regole. E tutte operazioni fatte nell'interesse del Palermo Calcio, mai personali. Il risvolto delle condanne mediatiche è che nessuno ci apre un conto bancario e il mondo finanziario ci ha espulsi: tutta la famiglia, così funziona il mondo di oggi.

Certo il marchio che la società di famiglia aveva acquisito per immettere i fondi per la gestione, avendo già il mondo finanziario approvato un finanziamento sul valore del Marchio in base a un contratto nordamericano in trattativa con Royalties stimate sui 5 milioni anno, permetteva un finanziamento cospicuo da immettere nel Palermo. Dopo la istanza di fallimento il marchio veniva valutato zero. E la famiglia ha dovuto immettere 20 milioni di mezzi propri. La procura della vs città ha chiamato a gennaio la procura del calcio, passando loro come prove ipotesi di reato già smentite da sentenze. E su tali ipotesi hanno condannato la squadra della vs città alla serie C, con un verdetto reso esecutivo da presidenti di B in palese conflitto di interessi: il colmo di ogni ingiustizia. Speriamo vivamente che la nuova Proprietà ottenga giustizia, e il terzo posto per la A diretto per esclusione e penalizzazione delle società di B che hanno deliberato contro il Palermo in conflitto di interessi, e hanno giocato un irregolare play off.

Non esiste ad oggi nessuna fattura falsa: lo dicono i tribunali ed i fatti e la discolpa in cassazione di un ottimo professionista come Giovanni Giammarva, che tanto ha dato con amore al Palermo.

Zamparini non ha mai commesso reati, ma fatto operazioni consigliate dai professionisti della società avvallati dagli organi di controllo. E questo controllo e approvazione ha permesso a Zamparini di approvare in serenità i bilanci che i professionisti preparavano e consigliavano: il tutto nella massima sicurezza e fiducia, poiché non conoscendo i meandri burocratici della stesura dei bilanci, l’approvazione degli organi di controllo e delle società di revisione gli permettevano di firmare l’approvazione senza problemi: naturalmente con gli altri consiglieri e i sindaci della società che confermavano la regolarità di tutto.

Perciò: se i bilanci fossero stati davvero irregolari, Zamparini e la società sarebbero le vittime, essendo responsabili gli organi di controllo della FIGC che davano la regolarità sicura delle operazioni.

Terminando: il grande dispiacere di mio marito è per una immagine sua che vogliono dare a Palermo completamente distorta. In sedici anni ha dato passione, amore, risultati sportivi, immagine a una città bellissima e sconosciuta nel calcio, dandole visibilità internazionale. Ha fatto, e nel calcio chi non li fa, anche tanti errori di valutazione, e anche tante cose buone: ma sempre per il bene del Palermo. Certo che con la crisi i mezzi finanziari mancano nel nostro paese, e fare calcio con successo diventa più difficile.

Chiede alla città e al Sindaco di accoglierlo come un membro della città con cui ha convissuto per un lungo periodo della sua vita con gioie comuni immense, e grandi tristezze comuni ED E ORGOGLIOSO DI ESSERNE CITTADINO ONORARIO. Chiede ai cittadini di salutarlo con affetto come farà lui con loro. Così, vi assicuro, come viene salutato con affetto dagli emigrati palermitani nelle città europee, Londra in testa.

Vi chiede una ultima cosa: qualsiasi persona, a Palermo, in tutta Italia e all'estero, nel mondo del calcio e in generale, che abbia ricevuto una irregolarità da lui, si faccia avanti e la denunci, anche se piccolissima: lui è sicuro che non ce n’è, avendo agito nella sua vita con la massima onestà e generosità.

Laura Giordani Zamparini

PS: Pur non avendo da tempo alcun ruolo nel Palermo, pur essendo completamente fuori dalla Proprietà, e pertanto nella impossibilità di poter prendere alcuna decisione gestionale nel Palermo calcio, mio marito si vede rifiutare già per tre volte la revoca dei domiciliari, concessi a suo tempo per estrometterlo dalle decisioni, come estromesso è oggi per la cessione della società. È una persona di 78 anni, con gravi problemi cardiaci, aggravati dallo stress depressivo e non merita questo trattamento. Ci domandiamo: perché?????".