Di Anthony Massaro
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Palermo, la finale playoff e i palloni in campo: di nuovo a Frosinone 4 anni dopo
"Di nuovo a Frosinone quattro anni dopo. E ancora aleggiano i palloni in campo...". Titola così l'edizione odierna del "Giornale di Sicilia", che punta i riflettori in casa Palermo. Sabato 17 settembre, alle ore 14:00, allo Stadio "Benito Stirpe", gli uomini di Eugenio Corini affronteranno il Frosinone. Quattro anni dopo. Lì, nello stadio in cui il Palermo perse la Serie A. L'inizio della fine. "Li dove le polemiche non si sono mai placate, tra un rigore prima assegnato e poi tolto per fallo su Coronado, fischi finali che qualcuno giura di non aver mai sentito e, soprattutto, palloni volanti dalla panchina ciociara", si legge. Un match che è durato ben più di novanta minuti, proseguito nelle aule della giustizia sportiva, al Tar ed al Consiglio di Stato.
"L'esito del campo, però, non è mai mutato. Né tantomeno l'ormai fallita società rosanero ha ottenuto un risarcimento, che pure veniva indicato nella relazione allegata all'ultimo bilancio 'per tutti i relativi mancati introiti che possono quantificarsi in una somma tra 40 e 60 milioni'.
Non una partita come le altre. Una gara mai banale. Quando si è giocato allo "Stirpe", infatti, non sono mai mancate le polemiche. Oltre alla finale playoff, vinta dal Frosinone con un gol di scarto dopo il 2-1 conquistato dal Palermo all'andata al "Barbera", in campionato fu annullato anche un gol a Rispoli su azione da calcio d'angolo, nella quale è stata segnalata l'uscita del pallone al di là della linea di fondo.
Dopo quella finale, "gli strascichi polemici non si sono mai placati, tant'è che solo al nono grado di giudizio tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria si è giunti alla fine, neanche sei mesi fa", prosegue il noto quotidiano. L'ultimo 'no' è arrivato dal Consiglio di Stato e "di fatto, nessun verdetto è mai stato favorevole al Palermo". Nemmeno quello del Collegio di garanzia dello Sport del Coni, che pur riconoscendo le ragioni del club rosanero, non ha potuto infliggere sanzioni su "situazioni già cristallizzate" come la promozione del Frosinone. La società ciociara giocò due partite a porte chiuse, pagando ammende per complessivi 50 mila euro.
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