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Palermo in Serie C, il giudice Aiello: “La società non può rispondere dell’illecito di un dirigente, vi spiego…”

Palermo in Serie C, il giudice Aiello: “La società non può rispondere dell’illecito di un dirigente, vi spiego…”

Il giudice del Tribunale di Palermo, Nicola Aiello, analizza la sentenza del TFN ai danni del Palermo Calcio

Mediagol40

PalermoCalcio in Serie C.

Ultimo posto e retrocessione in terza categoria per i rosanero: è questa la sentenza durissima del Tribunale Federale Nazionale della FIGC, arrivata nel pomeriggio di lunedì, in merito al deferimento della società di viale del Fante sull’illecito amministrativo contestato dalla Procura Federale al club di Viale del Fante. Dichiarato inammissibile, invece, il deferimento nei confronti dell’ex presidente Maurizio Zamparini.

Qualche ora più tardi, il Consiglio direttivo della Lega Serie B, ha deliberato all’unanimità di rendere immediatamente esecutiva la decisione del TFN e di procedere, dunque, con le gare dei playoff, rispettando le date programmate lo scorso 29 aprile. Non si giocheranno, invece, i playout, pertanto, le quattro squadre retrocesse in C sono Foggia, Padova, Carpi (come deciso dal campo) e Palermo (come deciso dalla giustizia sportiva).

La notizia, chiaramente, ha scosso l'intera città, tanti, infatti, i personaggi che si sono già adoperati per commentare l’accaduto, tra questi anche il giudice del Tribunale di Palermo, Nicola Aiello, grande tifoso rosanero, che intervenuto ai microfoni del 'Giornale di Sicilia', ha così analizzato la decisione che ha retrocesso il Palermo in Serie C: "Il Tribunale federale della Federcalcio ha ritenuto che Zamparini abbia commesso un illecito sportivo iscrivendo il Palermo al campionato sulla base di bilanci falsi. Ma questo dato risultava, al livello gravemente indiziario, già qualche mese fa, quando la Cassazione ha confermato i gravi indizi a carico dell'ex presidente. Da questo punto di vista la sentenza mi pare quanto meno intempestiva".

"Sarebbe stato opportuno attendere, quanto meno, la sentenza del Tribunale ordinario di Palermo che giudicherà Zamparini - ha sottolineato -. Se poi risponde al vero che al Chievo Verona, a parità di condizioni, sia stato riservato un trattamento diverso, sarebbe chiaramente violato il principio di uguaglianza. La Costituzione impone che si possa rispondere di un illecito soltanto a titolo di dolo o di colpa: dell'illecito sportivo di un dirigente non può rispondere la società - ha concluso Aiello -".

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