Ore frenetiche in casa Palermo.
serie b
Palermo, i piani industriali di Arkus Network: tutto dipenderà dal verdetto dalla Corte Federale d’Appello
La holding che controlla il club di viale del Fante sta progettando il futuro del Palermo Calcio prendendo in considerazione tutte le possibili decisioni dalla CFA
"Rosa, count-down per l'appello. I tre piani per il dopo sentenza". Titola così l’edizione palermitana de ‘La Repubblica’. In effetti, il conto alla rovescia è già iniziato in città: l’udienza è fissata per domani, giovedì 23 maggio alle ore 14.30, e continua a tenere in ansia società e tifoseria.
"Tre piani di lavoro. Due già pienamente operativi, perché legati l’uno all’altro, e il terzo chiuso in una carpetta che tutti sperano di non aprire. Sono stati giorni di riunioni frenetiche e lavoro intenso quelli nella sede romana della Arkus Network, la holding che controlla la proprietà del Palermo attraverso Sporting Network. Ma adesso tutti sanno cosa fare già un attimo dopo che la Corte federale d’Appello si pronuncerà sul ricorso contro la retrocessione in serie C".
Proprio presso la Corte Federale d’Appello il Palermo conoscerà il suo futuro e saprà, dunque, se il prossimo anno giocherà in Serie C, in Serie B o, ipotesi meno probabile, in Serie A.
"Pena confermata - È il piano operativo contenuto nella carpetta che nessuno vuole aprire. La proprietà ha confermato l’intenzione di fare fede agli impegni assunti anche in caso di C. Il piano industriale e le previsioni di spesa dovranno essere riviste prevedendo un ulteriore aggravio delle spese di gestione che si andrebbero a cumulare al conto dei 47 milioni di euro di debiti da ripianare. Rispetto al presente gli introiti si abbasserebbero ulteriormente. Basti pensare che la principale fonte di sovvenzione per il club, i diritti televisivi, crollerebbe nettamente. […] Sarà obbligatorio ridurre di almeno un terzo il monte ingaggi attuale che è di oltre 15 milioni di euro vendendo i giocatori dai contratti più onerosi, ma puntando a costruire una squadra competitiva per la promozione. Una prospettiva che a sentire la proprietà non fa paura, perché l’obiettivo principale resta quello di investire comunque nella costruzione di stadio e centro sportivo coinvolgendo altri investitori già disponibili a prescindere dalla categoria.
Pena rimodulata - È lo scenario che, in alternativa all’annullamento della sentenza di primo grado, nel Palermo si augurano tutti. Mantenere la serie B permette di continuare a portare avanti il piano di risanamento già iniziato. Quello che, in concreto, ha portato la Sporting Network, proprietaria del club, a sottoscrivere e versare nei giorni scorsi l’aumento di capitale sociale da 5 milioni, iniziare a saldare i creditori, pagare gli stipendi e stanziare 4,4 milioni di euro per il pagamento di tutti i debiti tributari. Il secondo passo è quello di fornire gli strumenti finanziari per fare fronte al ripianamento dell’intera situazione debitoria per arrivare all’inizio della prossima stagione con un sostanziale equilibrio dei conti. Rimanere un altro anno in B, secondo le previsioni della proprietà, comporterebbe un saldo negativo fra entrate e uscite di circa 8 milioni di euro.
Sentenza ribaltata - È l’ipotesi migliore che la società rosanero accarezza, ma è concretamente quella più difficile da raggiungere in termini di piani operativi per la prossima stagione. Non tanto per la partita aperta fra procura federale e club, ma perché in caso di vittoria in appello del Palermo non è che sarebbe riconosciuta la promozione diretta in serie A, ma solamente la restituzione del diritto conquistato sul campo di partecipare ai play-off promozione. Se si resta in B vale il piano operativo precedente. Se si vincono i play-off, che dovrebbero essere rigiocati secondo quanto già previsto dal tribunale federale nazionale in caso di riammissione del Palermo, il piano di risanamento dei conti del club avrebbe un’accelerazione decisa fornita dalla prospettiva dei circa 40 milioni di euro che spetterebbero al Palermo in termini di diritti televisivi in base alla nuova ridistribuzione. L’investimento della nuova proprietà potrebbe essere dirottato sull’allestimento di una squadra competitiva - si legge -".
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