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Vita da dodici

Palermo, è la dura legge del… 12: Massolo, la titolarità e le prestazioni maiuscole

Palermo

Il portiere del Palermo, Samuele Massolo, ha conquistato la porta rosanero dopo un inizio di stagione da numero... docici

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Di Nicolò Cilluffo

Un attimo, un istante che dura per sempre. Un'intuizione, un gesto tecnico, una parata che vale quanto un gol. Minuto 20', il punteggio tra Palermo e Triestina è di zero a zero. La squadra di Bucchi ha la ghiotta chance di passare in vantaggio per un fallo commesso da Marconi su De Luca. Calcio di rigore, gesto di stizza dei 31.801 presenti al Renzo Barbera. Silenzio, paura, sgomento. In una frazione di secondo può ribaltarsi completamente la situazione. Dall'uno a due di Trieste al possibile vantaggio alabardato che, senza ombra di dubbio, sposterebbe la partita sul binario opposto rispetto a quello rosanero. Procaccio va sul dischetto. Respiri profondi, il silenzio si trasforma in frastuono. Fischi assordanti, la palla pesa quanto un macigno. Procaccio apre il destro, Massolo si distende e para. La favola diventa realtà, la complessità degli spartiti diviene musica.

Lavori in silenzio, incassando i duri colpi della vita, consapevole che un giorno libererai il tuo grido di gioia pura e sfrenata. Non sai quando arriverà quel momento, ma sai che arriverà. E puntuale come un orologio svizzero si presenta il destino facendoti il resoconto di quanto hai dovuto lottare per il tuo obiettivo. "Ne è valsa la pena", sospiri. Ti rialzi dopo la parata, non c'è tempo per i trattati di filosofia, bisogna subito pensare alla ribattuta. E così ai restanti minuti che ti separano dal triplice fischio, dall'obiettivo, dal sogno racchiuso nel tuo cuore.

Il ruolo del portiere è uno dei più delicati nel mondo del calcio. Un errore pesa il doppio, la concentrazione è il fulcro del proprio mestiere. Restare dentro la partita per novanta minuti e oltre, vivendo intensamente ogni singola sfaccettatura alle spalle dei propri compagni. Uomo più arretrato dell'undici e per questo baluardo imprescindibile a difesa degli obiettivi di un club. Reattività e prontezza di scelta come capi saldi del proprio modus operandi. Responsabilità come parola d'ordine, leadership e carisma come imprescindibili ingredienti della ricetta custodita con cura per anni dalla nonna.

L'adrenalina accumulata in seno al proprio ego dal calcio d'inizio al fischio finale, inspiegabile sensazione impossibile da decifrare per chi è abituato a depositare, meramente, la palla in rete. Vedere il calcio da un altro punto di vista, diverso ma non per questo meno affascinante ed intrigante rispetto al canonico.

Samuele Massolo ha saputo attendere il suo momento. Perseveranza, sacrificio, focalizzazione. Vita da dodici, di nome ma non di fatto. L'ex Fermana ha dimostrato dentro al rettangolo verde di essere all'altezza di questo Palermo. L'intero girone d'andata trascorso in panchina ha lasciato spazio a una nuova gerarchia tra i pali che vede in pole il classe 1996 che con tempo, attitudine al sacrificio e predisposizione a farsi trovare pronto ha meritato il boato del Renzo Barbera nel momento in cui i suoi guantoni hanno intercettato il destro di Procaccio.

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