L'intervista

Palermo, Di Mariano: “Sogno di dedicare la promozione in Serie A a Totò Schillaci”

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Francesco Di Mariano e il forte legame con lo Totò Schillaci. L'esterno palermitano ha raccontato alcuni aneddoti sullo zio e ha parlato di come ha vissuto l'omaggio del Barbera dedicato alla leggenda di Italia 90.
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Francesco Di Mariano è intervenuto ai microfoni di gianlucadimarzio.com raccontando del legame con Totò Schillaci e non solo.

ZIO TOTÒ

L'attaccante rosanero ha parlato del suo rapporto con lo zio Totò: "Mio zio era una persona voluta bene da tutti - racconta Di Mariano - purtroppo non è riuscito a vincere questa difficile battaglia. I suoi occhi sprizzavano gioia, amore e passione. Nel corso della sua carriera ha fatto tanti sacrifici ed è riuscito a trasmettermi la voglia di andare oltre i limiti. Spero nel mio piccolo di averlo reso orgoglioso di me. È stato un punto di riferimento, sono cresciuto nella sua scuola calcio con il sogno di poter ripercorrere lo stesso percorso. Mi diceva sempre di non ascoltare nessuno e di crederci sempre. La sua figura è stata importante - ha aggiunto - anche nel momento in cui decisi di lasciare Palermo per fare un'esperienza fuori dalla mia città. Il mio sogno, da palermitano, è quello di potergli dedicare la promozione in Serie A con il Palermo"

TRA PASSATO E PRESENTE

Di Mariano ha raccontato inoltre di come ha vissuto lontano da casa e del suo ritorno a Palermo: "Sono cresciuto come uomo e calciatore tra Lecce e Roma. Nella capitale ho conosciuto mia moglie Gioia con la quale ho formato una splendida famiglia ricca di amore. I nostri figli Leonardo e Isabel sono il dono più bello che la vita potesse regalarci. Sono stato acquistato un mese dopo l'inizio dell'era del City Football Group il più grande gruppo calcistico al mondo. I calciatori sono messi nelle condizioni di pensare soltanto agli allenamenti e alle gare - spiega il classe '96 - perché alle spalle c'è una organizzazione da top club e uno staff professionale. Il futuro del club è certamente roseo, il Palermo tornerà presto nella dimensione che più gli compete dando lustro, di conseguenza, anche alla città e regalando emozioni indimenticabili alla sua gente"

RINNOVO DI CONTRATTO

Il palermitano si è espresso sul recente rinnovo contrattuale con i rosanero fino al 2026: "Sono molto orgoglioso di questo attestato di stima da parte del club, voglio continuare a ripagare questa fiducia sul campo - ha raccontato Di Mariano -. Quando indosso la maglia rosanero rappresento ogni bambino che sogna di diventare un calciatore del Palermo e da palermitano è assolutamente naturale che io senta una grande responsabilità"

SU DIONISI

Il classe '96 ha raccontato la sua impressione sul tecnico rosanero: "Mister Dionisi, nonostante la giovane età - spiega il giocatore del Palermo - ha già acquisito una grande esperienza in panchina. Ha personalità e ogni giorno ci responsabilizza facendoci sentire tutti titolari e fondamentali per la causa. Ci sono i presupposti per fare bene, sta a noi calciatori provare a ottenere il massimo in ogni partita. La Serie B è un campionato difficile e insidioso, ricco di sorprese, non si possono tirare le somme dopo poche giornate. La classifica è cortissima con 10 squadre raccolte in appena 5 punti e guardarla adesso non è utile. In estate il club ha attuato una importante campagna di rafforzamento"

L'OMAGGIO DEL BARBERA PER SCHILLACI

Il nipote di Totò si è espresso anche sull'omaggio del Renzo Barbera a Schillaci dopo la scomparsa: "Palermo-Cesena è stata una partita speciale - racconta Di Mariano -In quella giornata ho provato emozioni fortissime che porterò sempre nel mio cuore. L’abbraccio dei compagni e la vicinanza dei tifosi mi ha commosso. Sentire lo stadio cantare “Un’estate italiana” mi ha portato a ripensare ai momenti più belli vissuti con mio zio. Il tributo del Barbera per un grande campione come Totò Schillaci resterà scolpito per sempre nel mio cuore. Uno degli ultimi ricordi che ho di lui risale al giorno prima di Palermo-Cosenza. Sono stato a casa sua e abbiamo parlato di calcio. Mi disse che la cosa più importante è buttare la palla dentro. Il giorno dopo ho fatto gol e ho subito pensato a lui - conclude - e alla sua capacità di restare positivo anche nei momenti di difficoltà.”

 

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