Palermo dieci e gode.
serie d
Palermo-Corigliano 6-0: decima vittoria con tanto di lode, al “Barbera” va in onda il rosanero show!
Palermo straripante e gara senza storia in virtù del gap macroscopico tra la capolista del torneo e la compagine calabrese: gemme balistiche di Ficarrotta e Martin, doppietta di Ricciardo, acuti di Martinelli e Sforzini...
Vola alta la compagine di Rosario Pergolizzi. La capolista travolge il volenteroso ma modesto Corigliano al "Barbera" e suggella la sua magica decina. Dieci sono infatti i successi consecutivi della formazione rosanero in questo strepitoso avvio di stagione. Il nuovo Palermo targato Hera Hora non conosce un risultato diverso dalla vittoria. Dieci è anche il voto alla performance straripante fornita dai padroni di casa, al cospetto di un avversario lodevole per correttezza ed impegno, ma oggettivamente privo dei contenuti tecnici idonei ad impensierire la capolista. Punteggio tennistico e divario macroscopico tra le due contendenti, il Palermo ha imperversato sulla formazione ospite giocando sul velluto, giostrando a suo piacimento sul rettangolo verde, senza neanche forzare la mano più di tanto. La capolista si è imposta fin da subito quasi d'inerzia, in virtù di una superiorità schiacciante e trasversale, catalizzando la scena e dominando l'avversario fin dai primi giri d'orologio.
L'assenza di Santana, ai box per un problema muscolare, non crea particolari scompensi a Pergolizzi in sede di composizione dell'undici iniziale. Non muta infatti lo spartito tattico, Palermo schierato con il consueto 4-3-3 dalla spiccata connotazione offensiva. Pelagotti tra i pali, linea difensiva canonica con Doda e Vaccaro esterni bassi, Lancini e Crivello tandem di centrali. Assetto tipo anche in zona nevralgica, Martin è il solito diligente ed ispirato playmaker, Kraja e Martinelli i due intermedi funzionali in entrambe le fasi di gioco. Ficarrotta scalpita per dimostrare il suo valore, l'ex Marsala è aculeo del tridente d'attacco con Felici sull'altro versante e Ricciardo terminale offensivo.
Pronti via, Il match assurge ad un vero e proprio assolo della compagine guidata da Rosario Pergolizzi. Una sorta di demo in high-quality della straordinaria caratura complessiva della corazzata del torneo.
La perla balistica di Luca Ficarrotta ha rotto subito il labile equilibrio. La gemma dalla distanza di Martin ha arricchito la preziosa collezione della teca rosanero, chiudendo di fatto la partita alla soglia dell'intervallo. Momenti apicali sul piano tecnico ed emotivo, inframezzati da un tracimante monologo dei giganti rosa che ha esaltato le doti del portiere ospite D'Aquino. Almeno tre prodezze che hanno limitato il passivo per la formazione calabrese, impedendo che il punteggio assumesse proporzioni vistose e calcisticamente imbarazzanti già nella prima frazione.
La ripresa è stata una spettacolare e gradevole appendice di quanto già visto nei primi quarantacinque minuti in casa Palermo. Squadra alta, corta, aggressiva. Coesa e feroce in pressione sulla sfera, lineare e fluida nella tessitura della manovra, ficcante ed incisiva ogni qualvolta dipanava il suo calcio in verticale. Ogni azione imbastita dai padroni di casa equivaleva ad una palla gol nitida, o quasi, con gli ospiti che non riuscivano a trovare tempo e modo di arginare lo strapotere della corazzata siciliana Il fallo plateale del bravo D'Aquino su Doda originava il penalty del tris puntualmente trasformato da Ricciardo. Il bomber ex Cesena si ripeteva poco dopo, gonfiando la rete in spaccata nonostante la vistosa trattenuta del suo marcatore. Ancora il portiere calabro negava la gioia della doppietta all'incontenibile Ficarrotta e stregava Felici. Ci pensa l'ottimo Martinelli a incornare di precisione l'ottimo cross di Vaccaro firmando il cinque a zero. La girandola di cambi innescata da Pergolizzi movimentava un finale fisiologicamente da accademia. Pelagotti, prima di lasciare il posto al giovane omologo Fallani, si superava togliendo dall'incrocio un destro pregevole di Catalano al culmine di uno slalom ubriacante del numero dieci ospite. Accardi rilevava Lancini, Sforzini regalava la standing ovation a Ricciardo. Ficarrotta e Martinelli si guadagnavano il meritato tributo del "Barbera" lasciando il posto a Lucera e Mauri. L'incornata vincente dell'implacabile Sforzini chiudeva la festa rosanero. In presenza di un gap calcisticamente abissale tra le due contendenti, spendersi in minuziose ed articolate disamine di matrice tecnico-tattica costituisce esercizio sterile e superfluo.Troppo marcata la differenza di valori tra la banda Pergolizzi ed il generoso Corigliano sul piano collettivo e delle individualità. Il Palermo ha fatto ciò che ha voluto, disponendo dell'avversario con una facilità disarmante in ogni zona del campo ed in entrambe le fasi di gioco. Una ordinata e scolastica gestione sul piano difensivo è stata più che sufficiente a scongiurare ogni minimo rischio dalle parti di Pelagotti. In mezzo al campo, Martin e soci hanno fatto un sol boccone degli omologhi di ruolo. Ficarrotta e Felici hanno ubriacato, a suon di dribbling, sterzate e accelerazioni, i diretti marcatori. Ricciardo ha interpretato la gara con la solita indole sorniona ed essenziale: lavoro sporco, spesso oscuro, che sfocia in un'inesorabile risolutezza all'atto della finalizzazione.Varietà e lignaggio dei numerosi temi offensivi proposti dalla compagine rosanero facevano breccia costantemente nel dispositivo difensivo degli ospiti. In ampiezza, sfruttando catene laterali e sovrapposizioni sulle corsie, in profondità, premiando il taglio dell'attaccante con una palla calibrata sopra la retroguardia calabrese, in alternativa ricamando in fraseggio sullo stretto, per entrare dritti nel cuore dell'area degli uomini di De Sanzo. Il Palermo ha segnato sei gol, creando almeno altrettante chance per scuotere ulteriormente la rete difesa dall'ottimo D'Aquino.
L'applauso finale del pubblico del "Barbera", all'insegna del reciproco Fair Play, accomunava tutti i protagonisti sul terreno di gioco. Atmosfera briosa, aggregante e coinvolgente, simbiosi virtuosa tra spalti e rettangolo verde con tifosi e calciatori a rendersi reciprocamente omaggio. Abbraccio universale senza barriere, in nome di lealtà, correttezza e rispetto dell'avversario. Sublimazione profana dei principi fondanti dello sport nella sua accezione più nobile e pura. La compagine di Pergolizzi si conferma assoluta dominatrice del torneo e prosegue spedita la sua marcia inarrestabile in vetta alla classifica del girone I del campionato di Serie D .
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