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Palermo-Casertana, Boscaglia in cerca di risposte: l’enigma 4-2-3-1, tra dubbi, quesiti e soluzioni tattiche alternative

Il match del "Barbera" contro la Casertana crocevia importante per il Palermo non solo sul piano numerico

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Sarà Palermo-Casertana ad aprire la 15a giornata del Girone C di Serie C, fischio d'inizio previsto per le 14.30 di domenica 13 dicembre allo stadio "Renzo Barbera".

Dopo la sconfitta per 2-0 rimediata dalla compagine rosanero nella trasferta di Foggia, il tecnico Roberto Boscaglia ha avuto modo di poter ritrovare la settimana tipo per lavorare con il gruppo ed analizzare in profondità le numerose criticità emerse nelle ultime uscite. Palesi i disagi e gli scompensi evidenziati in fase di non possesso dalla compagine rosanero, acuitisi in modo preoccupante nel corso dell'opaca performance del "Pino Zaccheria".

L'evidente assenza di equilibrio e coesione tra i reparti, ogni qualvolta perso il possesso della sfera, è stato il principale tallone d'Achille in occasione delle due reti subite ad opera della formazione di Marchionni. Palermo troppo brutto per essere vero. Lungo e disarticolato, incapace di ricomporre con solerzia e ordine la densità in fase difensiva, privo di schermatura in zona nevralgica, con una linea difensiva talvolta troppo alta e costantemente esposta all'incedere dei rossoneri in situazione di palla scopertaPelagotti ha raccolto la sfera in fondo al sacco per due volte, non certo irreprensibile il portiere rosanero sul raddoppio pugliese firmato Rocca, ma il Palermo ha concesso vere e proprie voragini da attaccare agli avversari in almeno altre tre occasioni. In particolar modo nel primo tempo.

Smagliature tangibili anche nel rocambolesco pareggio interno contro la Viterbese, match in cui gli uomini di Boscaglia mostrarono più di un'incertezza anche nella gestione delle marcature sulle palle inattive a favore dell'avversario.

Una cosa è certa: il 4-2-3-1, modulo dalla chiara connotazione offensiva ma dagli equilibri labili, a Foggia ha mostrato numerose falle. Sbilanciati e sfilacciati dietro, macchinosi e sterili davanti. Solo una giornata storta? Un problema legato alla condizione mentale e fisica dei calciatori scesi in campo in quel preciso momento storico? O sarebbe forse il caso di contemplare l'utilizzo di un diverso sistema di gioco in funzione delle peculiarità e dello stato di forma degli uomini attualmente a disposizione? Boscaglia è tecnico estremamente competente e arguto.

Siamo certi che, come ribadito nella conferenza stampa di presentazione della sfida contro la Casertana, si è certamente posto tali quesiti prima di chiunque altro. La sfida contro la compagine campana costituirà un test illuminante ed indicativo in tal senso.

Una cartina di tornasole che potrà fornire indicazioni utili e sollecitare ulteriori spunti di riflessione in casa Palermo, tasselli preziosi al fine di adottare i giusti accorgimenti. Cercando così di plasmare e rifinire al meglio, identità tattica, atteggiamento ed impianto di gioco di questa squadra.

Un Palermo in modalità work in progress che compie step graduali e affannosi alla ricerca di sé stesso, nell'intento di forgiare il bagaglio calcistico dei singoli ed oleare efficaci sincronismi collettivi. Vittima di qualche fisiologica crisi di rigetto, al cospetto di una filosofia calcistica e concettuale la cui piena assimilazione è ancora piuttosto lontana dal compiersi. Costretto, giocoforza, ad implementare il passo se non vuole restare ai margini del banchetto dei playoff.

Privo dello squalificato Saraniti e del lungodegente Almici,  con Corrado e Santana carte da gestire con cautela e parsimonia, Boscaglia sfoglia la margherita in vista del match ricco di insidie contro la formazione allenata da Guidi.

La sensazione è che l'ex tecnico di Brescia e Trapani possa riproporre il consueto 4-2-3-1.

Davanti a Pelagotti, la linea difensiva a quattro dovrebbe essere composta da Accardi e Crivello, nel ruolo di esterni bassi, con Somma e Marconi tandem di centrali. Odjer e Palazzi potrebbero la coppia di interni in zona nevralgica, Valente, Rauti e Kanoute il tridente a supporto di Lucca. Se il modulo sembra essere una certezza, sono diversi i ballottaggi in materia di singoli interpreti. Boscaglia potrebbe azzardare la carta Doda sulla corsia di destra, magari optando per l'inserimento di un centrocampista, Luperini o Broh, nel ruolo di guastatore nel cuore del tridente.  Anche Floriano potrebbe contendere la titolarità ad un Valente che garantisce certamente più disciplina ed equilibrio nello svolgimento delle due fasi, ma non è ancora al top della condizione.  Silipo dovrebbe essere questa volta la carta vincente da giocarsi in corsa, per provare a spaccare la partita ed a rompere eventuali equilibri consolidatisi sul rettangolo verde.

L'ora di concedere un chance dal primo minuto a Martin, il cui mancato impiego è oggetto di disamine e dibattiti di ogni sorta tra operatori dell'informazione e tifosi di fede rosanero, non sembra ancora essere giunta nelle intenzioni del tecnico nativo di Gela.

Comprensibile che Boscaglia voglia insistere sull'assetto tattico sul quale ha lavorato alacremente in sede di preparazione estiva. Provando a cogliere  genesi e causa di vulnerabilità ed incongruenze in seno all'attuale dispositivo tattico prima di virare deciso su un modulo alternativo.

La sfida contro la Casertana farà luce anche sul flop senza appello di Foggia sul piano strategico. Il tilt dello Zaccheria un episodio sporadico? O urgerà cambiare in fretta pelle alla sua creatura. Ovviamente, le risposte dovranno fornirle i calciatori sul campo. Mostrando applicazione massima nello svolgimento della fase di non possesso, con gli aculei del tridente sempre pronti a ripiegare e ricomporre la densità all'altezza della mediana, con i centrali difensivi svelti a scivolare per coprire la sortita dell'esterno ed al contempo l'interno di centrocampo puntuale nello scalare nel cuore della trincea davanti a Pelagotti. Gli attaccanti dovranno essere sempre bravi e propensi a pressare in modo intenso e corale per sporcare il primo possesso dell'avversario, i centrocampisti gladiatori nello schermare la retroguardia , sacrificandosi in sede di recupero della sfera e raddoppi all'occorrenza. Tutti per uno, uno per tutti.  Organici e compartecipi, sia quando si costruisce ed attacca la porta avversaria, sia quando si stringono maglie e distanze tra i reparti a protezione del proprio fortino. Sarebbe auspicabile maggiore armonia e reattività nell'applicazione dell'onda elastica da parte della linea difensiva, al pari di maggiore incisività e varietà di opzioni in termini di proposta offensiva. L'indice di pericolosità dovrebbe in teoria direttamente proporzionale ai rischi che si corrono in fase di non possesso quando si adotta un modulo dall'indole audace e propositiva.

Quando la rosa sarà totalmente al completo, con il recupero dell'infortunato Almici ed il ricondizionamento atletico dei reduci dal Covid-19, Boscaglia potrà coniare diverse soluzioni alternative all'attuale sistema di gioco. Dal classico rombo, 4-3-1-2 con Palazzi o Martin nel ruolo di playmaker basso, due tra Odjer, Luperini e Broh ad agire da intermedi, un trequartista da scegliere tra Silipo o un ritrovato Santana, un tandem d'attacco per comporre il quale il tecnico rosanero avrebbe l'imbarazzo della scelta. Varianti efficaci e forse ancora più facilmente declinabili visto le caratteristiche dei giocatori offensivi in organico, Floriano, Silipo, Valente, Rauti e Kanoute potrebbero essere il 4-3-2-1 ed il 4-3-3 interpretabili con matrice più o meno offensiva in relazione a rotazione e peculiarità dei singoli. Saraniti, Lucca e all'occorrenza anche Rauti costituirebbero tutte soluzioni valide, anche se chiaramente diverse, nel ruolo di terminale offensivo. Boscaglia sta già certamente lavorando, quantomeno in chiave didattica ed in prospettiva, al vaglio di questi possibili nuovi sentieri  da seminare e percorrere.