serie b

Mirri: “Un investimento al buio per amore, vi spiego. I miei idoli e la reazione dei tifosi…”

Mirri: “Un investimento al buio per amore, vi spiego. I miei idoli e la reazione dei tifosi…”

Dario Mirri spiega le ragioni che lo hanno condotto a salvare il Palermo dalla penalizzazione di quattro punti dovuta a un eventuale mancato pagamento degli stipendi

Mediagol22

La famiglia Mirri ha salvato il Palermo dall'incombente rischio di penalizzazione.

Il club di Viale del Fante ha deciso ieri, infatti, di cedere all’offerta di Dario Mirri, il quale con la sua azienda di famiglia, la Damir, verserà dunque nelle casse della società una somma pari a 2,8 milioni di euro, cifra che permetterà al club di Viale del Fante di pagare gli stipendi ai propri tesserati ed evitare la penalizzazione di quattro punti prevista, che avrebbe pesato sulle sorti della squadra guidata da Roberto Stellone. La firma è arrivata questa notte e, almeno per ora, i rosanero possono tornare a respirare.

L'imprenditore, intervenuto ai microfoni di 'LiveSicilia.it', ha spiegato le ragioni che lo hanno condotto a non tirarsi indietro dalla trattativa, nonostante l'iniziale rifiuto ricevuto da parte della società rosanero:

"Innanzitutto devo chiedere scusa ai tifosi e ai palermitani. Vorrei cominciare così. Perché qualcuno, in buonafede, può avere pensato che la nostra scelta sia stata determinata da ragioni preminenti di interesse. Non è vero: si è trattato di un gesto d'amore, anche se capisco che l'amore può risultare strano, perché fuori moda. Non abbiamo una sola quota della società e tra un mese c'è un'altra scadenza milionaria da onorare. Stiamo investendo una somma considerevole al buio, senza certezze per il futuro. Soldi che, facciamo gli scongiuri, potrebbero essere persi. Avrei voluto comprare il Palermo, ma non posso permettermelo. Ho unito i miei sogni e le mie responsabilità che un imprenditore deve sentire per il suo territorio, per la sua gente. Sapesse quanti mi hanno ripetuto: 'siete pazzi...'. Io mi sono ispirato a due figure, per questo e per altro. Una è Vito Chimenti, il mio idolo. Il ragazzino che è in me non lo dimenticherà mai. In campo era un esempio. L'altro è Libero Grassi, a cui guardiamo tutti con umiltà, sapendo con quale luminoso coraggio ha affrontato la sua missione. Grazie a Libero e al suo sacrificio abbiamo imparato che un imprenditore è uno che fa qualcosa per la sua comunità. Un insegnamento che non si dimentica. Questo è soltanto un gesto d'amore. Perché, mi chiede? Perché ho visto le persone cantare e abbracciarsi al 'Barbera', che porta il nome dello zio di papà. E so quanto sia importante essere felici a Palermo, più che altrove. E mai avrei voluto rivivere scene di penalizzazioni o difficoltà che ci riportassero ai tempi cupi della radiazione. Abbiamo sofferto e pianto troppo”.

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