Nel corso dell'intervista esclusiva concessa da Dario Mirri alla redazione di Mediagol.it, il presidente del Palermo ha approfondito anche la questione relativa alla cessione del cartellino di Lorenzo Lucca al Pisa. Il patron del club di viale del Fante ha fornito la sua chiave di lettura su un'operazione di mercato divisiva ed oggetto di varie correnti di pensiero tra addetti ai lavori e tifosi rosanero. Un'ascesa graduale e progressiva, quella del bomber classe 2000, autore di tredici reti con la maglia del Palermo al primo anno tra i professionisti, già protagonista a suon di gol e prestazioni sia con il Pisa di Luca D'Angelo nel torneo cadetto, sia con la Nazionale Under 21 guidata da Nicolato. Tra i profili papabili ad entrare prossimamente nel novero dei convocati dell'Italia di Roberto Mancini, il classe 2000 è certamente tra i prospetti più interessanti e performanti nel ruolo. Superati di slancio i postumi dell'intervento al ginocchio subito la scorsa primavera, il millennials di Moncalieri ha impattato nel migliore dei modi il salto di categoria, solleticando le attenzioni delle big della massima serie italiana e non solo, in ottica calciomercato.
ESCLUSIVA
Mirri: “Addio Lucca diverso da Toni. Scarto a Torino, top a Palermo! Mi disse che…”
L'intervista esclusiva rilasciata dal presidente del Palermo, Dario Mirri, alla redazione di Mediagol.it
Intervista realizzata da Leandro Ficarra
"In merito alla cessione di Lucca, non riesco a trattenermi, perché sulle qualità calcistiche di Lorenzo ero certo al mille per mille, come credo soltanto qualcun altro e, vorrei sottolineare, non tutti. Mi pare otto mesi fa fui ospite durante una diretta televisiva e si disquisiva se il Palermo avesse o meno attaccanti in organico: parliamo di gennaio e non dell'età della pietra. Dopo sei mesi da quell'avvenimento, adesso parliamo di Lucca come di un calciatore di grande prospettive e livello che interessa alla Juventus e ad altre big del nostro calcio. Il ragazzo si sta costruendo un futuro importante di cui tutti gli addetti ai lavori sono certi. Questo bisognava avere la lungimiranza di dirlo anche a gennaio scorso. Mi permetto di dire che Renzo Castagnini e Rinaldo Sagramola quando l'hanno preso, nell'ultimo giorno di mercato del 2020, Lorenzo era calcisticamente il signor nessuno, uno scarto del Torino e del Brescia. Non di due società che non sono attente alla formazione ed allo sviluppo del settore giovanile, sono club guidati da presidenti importanti come Cairo a Cellino, con esperienze e comparto scouting di prestigio e qualità. Ma, nonostante tutto, scartarono il ragazzo. Grazie a Ninni Imborgia, che ha dato un contributo generoso alla sua città, Lucca è arrivato qui a Palermo. Dopo un anno di integrazione e proficuo apprendistato, Lucca fece in maglia rosanero quello che tutti capivamo fosse potenzialmente in grado di fare, sia per le capacità tecniche ma soprattutto mentali. Lorenzo ha una testa eccellente, ha davvero poche paure e affronta tutto mettendoci personalità e un tantino di incoscienza; quello che sta facendo non mi stupisce perché non avevo alcun dubbio sulle sue straordinarie potenzialità. Ci sono purtroppo delle cose che non dipendono dal presidente, ma dal desiderio di Lucca di andarsi a confrontare in un campionato di Serie B. Lo stesso Lorenzo mi ha detto, non so se lo ha fatto anche pubblicamente, che se non si fosse infortunato avremmo potuto centrare la promozione vincendo i playoff. Non dimentichiamoci che abbiamo giocato i playoff senza Lucca, Rauti e Saraniti, credo che tutte le sfortune alla fine dello scorso campionato le abbiamo pagate. Se Lorenzo non si fosse infortunato a Monopoli, nel turno infrasettimanale, sono assolutamente convinto che i playoff li avremmo vinti. Sono certo che ad Avellino, in un modo o nell'altro, un gol Lucca l'avrebbe fatto altrimenti ci avrebbe pensato Rauti. Quella era una squadra che aveva delle difficoltà in avanti, quantomeno dal punto di vista numerico, Lucca avrebbe portato il Palermo in B e sicuramente non sarebbe andato via. Questa è una cosa che posso garantire, sarebbe stato grave sul piano strategico se in caso di promozione in cadetteria avessimo ceduto Lucca magari al Pisa. Chi ama il Palermo ricorda bene che, ad un certo punto, il vecchio club ha venduto Toni alla Fiorentina che arrivava regolarmente dietro di noi in classifica, quelle a mio giudizio erano scelte opinabili. Se Toni doveva andare al Real Madrid alla Juventus o al Bayern Monaco, come accadde in seguito, il Palermo non avrebbe avuto chances di trattenerlo e sarebbe stato più comprensibile. Vendere Lucca, qualora i suoi gol ci avessero portato in Serie B, sarebbe stato un errore".
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