L'esperienza di Juan Mauri.
serie d
Mauri: “Rigore? Non guardo mai il portiere. Serie D campionato tosto. Al momento mi sento bene”
Il centrocampista del Palermo ha parlato della prima parte della stagione vissuta con la maglia rosanero
Sotto la guida tecnica di Rosario Pergolizzi il centrocampista argentino non è riuscito ancora a ritagliarsi un posto da titolare, e dopo ventuno giornate di Serie D ha collezionato dieci presenze (per un totale di poco più di 300 minuti) ma soltanto tre volte per novanta minuti, trovando anche la gioia del primo gol trasformando il rigore che ha regalato ai rosanero tre punti in occasione del match contro il Marsala.
Intervenuto ai microfoni di TRM durante la trasmissione Siamo Aquile, il centrocampista argentino ha parlato della sua gioia al momento della prima rete con la maglia del Palermo e del suo approccio con il campionato: "Gol? Ho avuto questa possibilità, dovevo fare bene poi il mister mi aveva chiesto di calciare il rigore e io avevo detto di sì. Quanto ha pesato quella palla? Sinceramente non ho pensato, poi calcio sempre lì facendo finta di calciare forte a incrociare. Io non guardo mai il portiere, ci sono invece giocatori come Floriano che lo guardano fino alla fine. Serie D? Campionato tosto, si corre, ci si 'mena', palla lunga e si va: non è facile giocare. Marina di Ragusa? La palla era troppo sgonfia e il campo non era come si vedeva. Le difficoltà di questa partita? Troppe palle in aria, poi in campo non potevi giocare troppo veloce e dovevi fare solo due o tre tocchi. Contro il Palermo, poi, ogni squadra vuole fare la partita della vita. Respirato dopo entrata di Martin? Sì, ero un po' stanco, era la mia terza partita in cinque mesi e ancora non ho così tanti minuti sulle gambe. Difficoltà di giocare in trasferta? Sono tutti campi piccoli e sintetici, poi tutti corrono il doppio contro il Palermo. La dimensione del campo influisce, aldilà di quanto possa essere bello o brutto, però in un campo grande hai più spazio. Fino a quando giocherò? Al momento mi sento bene, quindi penso di giocare fino a quando il fisico me lo permetterà. Ci sono occasioni che anche l'altra squadra può creare, però come gruppo dobbiamo imparare a gestire meglio certe situazioni".
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