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L'INTERVISTA

Marino-Mediagol: “Vi presento Dall’Oglio, top per la C. Lancini e Somma? Dico la mia”

Marino-Mediagol: “Vi presento Dall’Oglio, top per la C. Lancini e Somma? Dico la mia”

L'ex tecnico del Brescia, Pasquale Marino, illustra le caratteristiche tecnico-tattiche del nuovo centrocampista del Palermo, Jacopo Dall'Oglio, che ha allenato, come Lancini, Somma e Pelagotti, quando sedeva sulla panchina delle Rondinelle

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Intervista realizzata da Leandro Ficarra

La vittoria del campionato cadetto alla guida del Catania, la salvezza in Serie A conquistata sulla panchina etnea, l'esperienza brillante in qualità di tecnico dell'Udinese. Pasquale Marino si è sempre contraddistinto nel corso della sua parabola professionale per la capacità di conferire identità tattica, impianto di gioco tangibile ed indole propositiva a tutte le squadre allenate in carriera. Mentalità vincente, trame codificate, coralità e audacia come ingredienti basilari del suo ormai noto 4-3-3.

Parma, Genoa, Spezia, Frosinone, Pescara, Empoli, Brescia, Spal sono soltanto alcuni dei club che, tra Serie A e Serie B, hanno scelto di puntare sul credo calcistico del coach originario di Marsala.  Luci ed ombre ad alternarsi nel suo percorso professionale, costellato da frangenti apicali e momenti decisamente più critici. Come quando, nell'estate del 2019, Marino coltivò l'illusione di sedere per qualche giorno sulla panchina di un Palermo che sarà inghiottito da lì a poco dal dissesto finanziario con annesso fallimento targato Arkus Network.

Intervistato in esclusiva dalla redazione di Mediagol.it,  l'ex tecnico di Foggia e Vicenza traccia un esaustivo ritratto tecnico-tattico del nuovo centrocampista del Palermo di Filippi, Jacopo Dall'Oglio, da lui allenato a Brescia nella stagione 2017-2018 così come Edoardo Lancini, Michele Somma e Alberto Pelagotti, altri calciatori attualmente in organico nella compagine rosanero.

"Dall’Oglio? L’ho allenato solo per pochi mesi al Brescia insieme anche agli altri ragazzi che adesso sono tesserati al Palermo. Il direttore Castagnini e l’ad Rinaldo Sagramola, invece, hanno avuto modo di condividere trascorsi professionali con lui per molto tempo e hanno imparato a conoscere le qualità del calciatore sia sotto l’aspetto professionale  sia sotto quello umano. A ogni società non può che far piacere mettere sotto contratto un giocatore di un certo profilo e spessore morale importante. Questa è una valutazione primaria. Per quanto concerne le caratteristiche tecniche del calciatore, direi che per questa categoria è davvero importante. Dall’Oglio è un centrocampista completo, capace di abbinare qualità a quantità e in possesso di ottimi tempi di inserimento, per la sua versatilità può essere utile per diversi sistemi di gioco. Nel finale del campionato scorso a Catania ha anche agito da trequartista, può giocare da vertice basso o stare in mezzo in un centrocampo con due interni. Può anche fungere ed a mezzala, come detto precedentemente, poiché ha i tempi di inserimento e dinamismo. Jacopo è un calciatore davvero duttile,  peculiarità che per un allenatore è senza dubbio una caratteristica piacevole. Lancini?  Conosco molto bene anche Edoardo. Ritengo che viste le sue potenzialità poteva certamente fare di più nel corso della propria carriera. Il top credo lo abbia raggiunto nel campionato che giocò a Novara con allenatore Boscaglia, annata in cui si è reso protagonista di una stagione eccellente. Lancini è un centrale affidabile edi buona qualità, un giocatore dal rendimento ccostante e sempre attento che difficilmente va sotto la sufficienza. Credo che la Serie C per il suo potenziale complessivo sia una categoria che gli stia stretta, esattamente come al Palermo. Sorpreso dall'esclusione di Somma dal nuovo progetto tecnico? Credo che la sua carriera sia stata rallentata da qualche infortunio di troppo, ricordo che poco prima di approdare al Palermo dovette fronteggiare uno stop lungo e non è mai facile ripristinare autonomia e condizioni ideale. Un giocatore che a mio parere si esprime al meglio in una linea difensiva schierata a tre,  perché sa gestire il possesso e far girare la palla. A quattro potrebbe anche abituarsi, ma ricordo che con me giocava in una linea a tre proprio per le caratteristiche di cui parlavo prima".

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