Il Palermo è ora pronto a ripartite con un nuovo progetto e con una Serie B mantenuta nonostante gli accadimenti in sede di giustizia sportiva ed un piano di risanamento dei conti necessario alla sopravvivenza societaria.
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Lupo: “In Serie B le idee valgono più dei soldi. Jajalo? Lo avrei trattenuto con tutte le mie forze”
L'intervista all'ex direttore sportivo del Palermo, Fabio Lupo: "L'austerità e il raziocinio non vanno necessariamente in controtendenza con le ambizioni"
Il progetto della nuova proprietà targata Arkus Network resta comunque di quelli ambiziosi, nonostante il bisogno di effettuare degli importanti tagli alle spese. Non una decisione impossibile da realizzare per Fabio Lupo, ex direttore sportivo del Palermo, secondo cui il club rosaneropotrebbe riuscire a ripartire senza dover per forza ridimensionare i propri obiettivi sportivi ma, invece, seguendo gli esempi di chi nelle stagioni passate ha compiuto il passaggio dal torneo cadetto alla Serie A senza avere a disposizione dei budget particolarmente corposi. Di seguito le dichiarazioni rilasciate sull'argomento, ai taccuini de Il Giornale di Sicilia, dal dirigente sportivo originario di Pescara.
Direttore, il -20 in classifica è la prova di quanto la gestione degli anni passati si sia riversata contro il Palermo...
"Purtroppo sì, ma non lo dico io. Ci sono sentenze, poi entriamo in un discorso molto più ampio che riguarda la giustizia sportiva e tutto il movimento calcistico, perché non si dovrebbe arrivare a certe situazioni. Si tratta di cose pregresse che andrebbero verificate prima, invece si arriva a situazioni drammatiche che a volte vengono risolte, altre volte no".
Adesso a Palermo c'è una nuova proprietà intenzionata a ridurre i costi, pur mostrandosi ambiziosa: sono due strade conciliabili?
"Brescia, Lecce e il Cittadella che ha quasi compiuto il miracolo, dimostrano che in Serie B le idee valgono più dei soldi. Se si hanno delle idee, allora si può far bene, senza necessariamente spendere chissà quale budget. Anche negli anni passati è accaduto, penso al Carpi. Tra i cadetti si può fare, in Serie A è più difficile. L'austerità e il raziocinio non vanno necessariamente in controtendenza con le ambizioni e con i sogni".
Un anno fa Foschi tappò le falle cedendo Coronado, Gnahoré e La Gumina, esplosi sotto la sua gestione. Quest'anno la situazione è più complicata?
"Le stagioni non sono tutte uguali. È chiaro che lo scorso anno le plusvalenze siano state importanti per il bilancio, soprattutto con La Gumina e Coronado. Questa invece è stata una stagione particolarissima, non era facile fare bene perché comunque ci sono giocatori che da due o tre anni vivono una situazione di equilibrio precario. Sicuramente, non avere quel tipo di introiti dal mercato può essere un problema per la nuova proprietà".
Anche perché alcuni big andranno via gratuitamente, come Jajalo che già si è accasato all'Udinese.
"La stima dal punto di vista tecnico e umano che ho per Jajalo è innegabile, sapete bene che lo avrei trattenuto con tutte le mie forze. Però ci può stare, può essere fisiologico e può essere interpretato come uno stimolo per trovare un altro Jajalo. Anche io ho dovuto resistere per tenerlo a Palermo, ma il ragazzo merita l'opportunità di tornare in Serie A. Non la vedo necessariamente come una cosa negativa, si può ripartire anche senza un giocatore importante come Jajalo se si hanno delle idee".
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