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Lucchesi: “Non sono un ciarlatano, tornerei a Palermo tutta la vita. Tuttolomondo è stato truffato”

L'ex direttore generale del Palermo ha svelato incredibili retroscena dell'era Tuttolomondo, culminata con il fallimento del club

Mediagol52

Lo sfogo di Fabrizio Lucchesi.

Il nuovo Palermo sta dominando il girone I del campionato di Serie D, e grazie allo splendido lavoro del nuovo presidente Dario Mirri e dei suoi collaboratori sembra essere in grado di ritornare subito tra i professionisti: i giocatori, guidati dal tecnico Rosario Pergolizzi e spinti da un entusiasmo ritrovato dei tifosi, stanno continuando ad accumulare successi su successi.

Restano però molti dubbi e misteri legati alla precedente gestione del gruppo Arkus Network e alla figura di Salvatore Tuttolomondo, che con la mancata iscrizione al campionato di Serie B ha condannato il vecchio club rosanero al fallimento. Tra i protagonisti di questa enigmatica pagina di storia vi anche è Fabrizio Lucchesi, ex amministratore delegato della squadra, che è stato additato come uno dei maggiori responsabili.

Ai microfoni di Tuttomercatoweb.com, Lucchesi ha provato a discolparsi dalle tante accuse ricevute in questi ultimi mesi: "Non mi sono mai sottratto alle mie responsabilità, quando sbaglio lo dico. Io ero protagonista perché più conosciuto di Tuttolomondo. Ma tornerei a Palermo tutta la vita. Siamo rimasti tutti fregati. Quando uno entra e fa debiti allora contribuisce a fare del male, in altri casi è colpa di chi ha fatto i debiti prima".

La vicenda ruota tutto intorno ad una fideiussione da 800 mila euro emessa dalla società bulgara Lev Ins (cui rappresentanti hanno parlato giorni dopo in un surreale video-comunicato di Tuttolomondo), fondamentale per l'iscrizione al campionato ma mai arrivata nella sede della Lega. Il caos esplode poi la notte del 24 giugno, quando scade il termine ultimo per presentare la documentazione necessaria e fuori dagli uffici del Renzo Barbera esplode la protesta dei tifosi. I giornalisti presenti vengono accolti da Tuttolomondo in persona che afferma: "La fideiussione è operante, come attestato da due Pec. Alle 23,59 abbiamo completato tutta la procedura".

La mattina dopo, come svelato da Lucchesi, Tuttolomondo revoca i bonifici emessi per pagare gli stipendi dei giocatori: "Il martedì mattina quando la fideiussione non era arrivata, Tuttolomondo ha dato disposizione alla banca di revocare i bonifici. Si è preso la responsabilità di quanto fatto. Possiamo essere d’accordo oppure no su questo. La tesi era: ‘siamo stati truffati, non è che non voglio pagare. I soldi ci sono e ve li tengo a disposizione, accettatemi la fideiussione in ritardo per la truffa che ho subito e paghiamo tutto’. Le norme però erano cambiate. La tesi difensiva non è stata accettata e sappiamo tutti come è finita".

Per Lucchesi l'esperienza di Palermo è stata soltanto l'ultima delle tragedie sportive in cui è stato coinvolto: il dirigente sportivo non ha lasciato un buon ricordo di sé anche a PisaLatinaLucchese, al punto di trascinarsi dietro una vera e propria nomina. "Io di mestiere non faccio ne l’imbonitore e ne il prestigiatore" - afferma Lucchiesi" - "I tanti anni di esperienza maturata (Fiorentina e Roma su tutte, ndr) mi consentono di metterli al servizio di imprenditori in stato di necessità. Non è colpa mia se vengo chiamato in appoggio ad alcune situazioni. Se un imprenditore mi chiama e mi chiede aiuto per uscire da determinate situazioni non dico di no. Certamente non è un lavoro da direttore sportivo classico, io cerco di risolvere i problemi laddove mi viene chiesto supporto essendo un uomo di calcio. Ma non è che se un medico va ad assistere una persona che muore la colpa è del medico se questa persona è già in fin di vita".