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Il Palermo di Pippo Inzaghi si gode la pausa al secondo posto in Serie B, forte di una solidità difensiva che sta diventando il suo vero marchio di fabbrica. Alla grande favorita della vigilia manca forse solo qualche gol — appena 9 in otto giornate, con 4 firmati da Pohjanpalo — ma per il resto la squadra risponde con efficacia in ogni reparto. La retroguardia è la migliore del campionato, con appena 3 reti subite, al pari del Modena, e 4 clean sheet conquistati contro Frosinone, Bari, Venezia e Südtirol. È proprio nella fase difensiva che la squadra rosanero ha costruito la propria forza e la propria identità.
L’inizio di stagione, però, non è stato semplice. I problemi principali sono arrivati dal ruolo del portiere: Gomis, appena rientrato dopo un anno di stop, si è subito infortunato; Klinsmann, a lungo trattato, non è arrivato; e Bardi, ingaggiato ad agosto, si è fermato dopo una sola partita. La svolta è arrivata alla vigilia del debutto, con l’arrivo di Joronen, che ha riportato equilibrio e sicurezza al reparto, formando anche un asse tutto finlandese con Pohjanpalo. Da quando è tra i pali, il Palermo ha incassato solo un gol su azione, firmato Blesa contro il Cesena. Gli altri due, invece, risalgono alla gestione Bardi, compresa l’autorete di Giovane a La Spezia, dove Joronen si è anche reso protagonista parando un rigore.
A complicare ulteriormente il quadro è arrivata la situazione di Magnani, difensore centrale di grande esperienza, che per motivi familiari ha saltato la preparazione estiva e poi chiesto di avvicinarsi a casa, trasferendosi alla Reggiana. Una perdita importante, ma che non ha intaccato l’equilibrio di un reparto in crescita. Superati questi ostacoli, Inzaghi ha deciso di proseguire sulla strada della difesa a tre, lo stesso sistema che al Pisa gli aveva garantito la seconda miglior retroguardia del torneo.
Al centro del muro rosanero c’è Bani, sceso dalla Serie A con il Genoa per dare esperienza e leadership. Ai suoi lati si alternano Pierozzi, autore anche di due gol e spesso impiegato come esterno di centrocampo, e Ceccaroni, sostituito con buoni risultati da Veroli contro La Spezia. Anche Peda, reduce da una stagione convincente alla Juve Stabia, si è fatto trovare pronto, adattandosi perfettamente al sistema di gioco e mostrando affidabilità sia da centrale che da braccetto. Le alternative non mancano, con Diakitè e l’ultimo arrivato Bereszynski pronti a inserirsi nei meccanismi difensivi e ad aumentare la competitività interna.
Quella che in estate doveva essere la difesa titolare — Magnani-Bani-Ceccaroni davanti a Gomis — è stata sostituita con successo da una linea inedita: Pierozzi-Peda-Veroli davanti a Joronen. Un segnale di forza e di profondità della rosa, ma anche della capacità di Inzaghi di adattarsi alle circostanze e mantenere alto il rendimento. L’ex bomber ha trasformato la sua indole offensiva in una mentalità più equilibrata e pragmatica: la ferocia dell’attaccante si è evoluta in una saggezza difensiva che sta dando i suoi frutti.
Con una retroguardia così solida, il Palermo può ambire concretamente alla promozione, perché — come spesso accade — i campionati si vincono subendo meno gol di tutti. La prossima partita sarà una prova di maturità importante: al Barbera, dopo la sosta, arriverà proprio il Modena, l’altra squadra con appena tre reti al passivo. Sarà un confronto diretto tra i due migliori muri della categoria, dove anche una piccola crepa potrebbe decidere chi continuerà a inseguire il sogno della Serie A.
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