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Juve Stabia-Palermo 0-0: muscoli e nervi al “Menti”, Pelagotti salva su Stoppa

Il Palermo conquista un punto contro la Juve Stabia mostrando compattezza e gagliardia, pur senza brillare sul piano del gioco. Match spigoloso, tattico e molto fisico con poche occasioni da rete. Prodezza di Pelagotti nel recupero

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Un punto che gronda di sudore, carattere e ardore agonistico. Contesa di muscoli, nervi ed abnegazione. Juve-Stabia-Palermo non è certo stata un saggio di sopraffina tecnica individuale, né l'esaltazione di coralità e qualità del gioco espresso, in termini di geometrie, fluidità ed armonia nella tessitura della manovra.

Al contrario, la sfida  tra le Vespe di Novellino e le Aquile di Filippi è stata nitida istantanea utile a focalizzare le prerogative  preponderanti per fare la voce grossa nel ginepraio della Lega Pro.  Una gara tosta e sporca, nel cui aggrovigliato canovaccio anche i pochi artisti che vagavano sul terreno del Romeo Menti hanno indossato ben presto i panni di gladiatori gregari, per restare sul pezzo e non risultare corpi avulsi dalla vibrante battaglia calcistica che si consumava in mille fieri duelli, tra tackles, sportellate e interventi sul filo del regolamento.

Il Palermo si è calato ben presto nella realtà della partita anche se, probabilmente, ne aveva immaginata una ben diversa, nell'auspicio di mettere a frutto le sue principali peculiarità. La squadra di Filippi ha provato a restare corta ed alta, partendo forte per smorzare velleità e carica motivazionale di un avversario quadrato e dal discreto spessore complessivo.

Brunori si è mosso con arguzia, rapidità e profitto nelle maglie della retroguardia stabiese, ma la sua mira non è stata pari alla prontezza in sede di finalizzazione. Silipo ha fatto i conti con le spigolosità di un match molto complesso sotto il profilo tattico e fisico: meno spazi, più rudezze e tanta malizia in più da parte della compagine di Novellino rispetto al Campobasso di Cudini. Il gioiello scuola Roma non ha avuto tempo e modo di confezionare giocate decisive, ma è stato comunque intenso e dentro la partita, petto in fuori e spalle larghe, non tirando mai indietro la gamba. Mangiando polvere e stringendo i denti, lottando su ogni palla, dimostrando di essere cresciuto nelle gambe e nella testa. Ha conquistato punizioni preziose, impreziosito con i suoi guizzi e con il suo talento lo sviluppo della manovra, ci ha provato un paio di volte con il suo mancino di velluto, senza troppa fortuna.

Pressato forte dai calciatori di casa, il Palermo ha fatto spesso ricorso al lancio lungo, fraseggiando di meno tra le linee ed attaccando le cosiddetta seconda palla, ragion per cui Fella e lo stesso Silipo non sono forse stati adeguatamente sollecitati e coinvolti nella tessitura delle trame offensive. Doda e Valente si sono spesi in una gara di grande e lodevole sacrificio, ma hanno oggettivamente spinto poco e male sulle rispettive corsie. Al Palermo è così spesso mancata ampiezza in sede di costruzione, De Rose e Dall'Oglio hanno duellato in mezzo al campo con piglio e gagliardia, ma non sono apparsi particolarmente lucidi ed ispirati nella distribuzione del gioco.

Apprezzabile la compattezza e la densità mostrate in fase di non possesso. Raramente il Palermo si è allungato, la compartecipazione in sede di ripiegamento e copertura è stata costante e corale, a partire dal lodevole lavoro svolto in tal senso da Brunori ed il binomio di trequartisti.

La squadra ha schermato egregiamente il reparto difensivo che ha svolto bene l'ordinaria amministrazione.

La retroguardia di Filippi ha rischiato il minimo sindacale, giusto un paio di radenti tirocross, prima dell'occasionissima di Stoppa al desio dell'extra time sulla quale Pelagotti si è fatto trovare prontissimo. Buttaro ha macchiato l'ennesima prestazione attenta, feroce e brillante con un'espulsione figlia di foga  e gioventù allo scadere del match. Marconi è stato attento, perfotmante e puntuale da centrale di regia, supportato, fattivamente e psicologicamente, dalla presenza al suo fianco di un difensore esperto e vigoroso come Perrotta. Segnali di risveglio da Luperini in zona nevralgica, subentrato a Dall'Oglio dopo la prima frazione. Troppi gli errori squisitamente tecnici, vizi nella modalità di esecuzione o nel semplice dosaggio di appoggi e scarichi teoricamente basici, perpetrati nel corso dei novanta minuti fin dal primo possesso.

Laboriosa ma fin troppo sterile la fase offensiva. Nulli i rifornimenti dall'esterno, imprecisi e precipitosi i tentativi dalla media distanza, infinitesimale l'indice di pericolosità su palla inattiva. Se non si accende a dovere Silipo, unicum in termini di estro e cifra tecnica nel ruolo a dispetto della giovane età, la proposta offensiva del Palermo risulta piatta e sterile. Brunori è dinamico, generoso, bravo a legare il gioco ed attaccare la profondità, ma non sempre chirurgico in fase di finalizzazione, in ragione di un notevole dispendio di energie e di un'esigua quantità di palloni oggettivamente giocabili.

Fella e Floriano, calciatori dal background di assoluto livello per la categoria, stanno rendendo chiaramente al di sotto delle aspettative. Da entrambi Filippi si attende un salto di qualità, sia in fase di rifinitura, sia in sede di finalizzazione, presupposto fondamentale per accrescere imprevedibilità ed incisività delle trame offensive rosanero.

L'appumtamento con la prima vittoria esterna è rimandato, ma i segnali confortanti sul piano del carattere e della solidità, unitamente al punto ottenuto in campo esterno contro un avversario di buona caratura, sono da accogliere con moderata soddisfazione. In attesa di un salto di qualità sostanziale sul piano di fluidità e qualità del gioco espresso.

Nel prossimo turno arriverà al "Barbera" il Foggia di Zeman. Altro banco di prova significativo al fine di testare reale dimensione e legittimità delle ambizioni di vertice della compagine guidata da Giacomo Filippi.