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Juve Stabia, l’amaro sfogo di Caserta dopo l’addio: “Palermo? Mi ha dato fastidio una cosa, la verità…”

Le dichiarazioni rilasciate dall'ex tecnico della Juve Stabia

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"Le voci che mi volevano al Palermo mi hanno dato fastidio, ma il tempo è galantuomo e la verità viene sempre a galla".

Parola di Fabio Caserta. Il tecnico originario di Melito di Porto Salvo, accostato a più riprese al Palermo prima della scelta da parte della società rosanero di affidare la guida tecnica della Prima Squadra a Roberto Boscaglia, lo scorso 4 agosto è stato sollevato dall'incarico dalla Juve Stabia a seguito della retrocessione in Serie C. "Non avrei mai preso accordi con un’altra società a campionato in corso, soprattutto per rispetto verso la società e la tifoseria", ha dichiarato Caserta ai microfoni di 'TuttoMercatoWeb'.

L'ESONERO -"Sicuramente il dispiacere è grosso. Nessuno si sarebbe aspettato un epilogo del genere, ma nel calcio sono cose all’ordine del giorno. Ci può stare che un percorso lavorativo finisca, ma chiudere un ciclo con la retrocessione in C fa male e anche tanto. Sottolineo, però, che il mio amore per la Juve Stabia non finirà mai e resterò il primo tifoso di questa squadra. Ho scelto di vivere qui, con la gente ho un rapporto straordinario. I rapporti 'calcistici' contano fino a un certo punto, quelli umani durano per sempre e vanno oltre le dinamiche del rettangolo verde. Sapevo bene che potesse essere un rischio restare, anche perché qualche offerta non mancava. Però ora non ha senso rivangare il passato, mi sono sentito pronto anche in virtù del forte legame che c’era e che c’è ancora con la città. Era un pericolo da mettere in preventivo, eppure fino ad un certo punto le cose stavano andando nel migliore dei modi. Cosa ho detto alla squadra dopo la sconfitta decisiva di Cosenza? Assolutamente nulla. In quei momenti c’è davvero poco da dire. Personalmente sono tornato a casa, ho spento il cellulare e ho preferito metabolizzare l’accaduto in solitudine. Mai avrei pensato di vivere un dolore sportivo del genere, non mi era mai successo in carriera e mi dispiace tanto. Il lavoro è stato buono, non meritavamo di andare in serie C. L’unica consolazione è che ho la coscienza pulita: ho dato l’anima per la Juve Stabia, il mio amore per questi colori non può essere messo in discussione. La vita va avanti, bisogna cercare di ripartire nel migliore dei modi e di superare emotivamente quanto accaduto".

FUTURO E NON SOLO -"Le voci sul Perugia? Tutto vero. Vedremo come andrà a finire. L’apprezzamento degli addetti ai lavori fa piacere. Le persone che masticano calcio sanno bene che l’operato di un professionista non può essere giudicato in base ad un mese e mezzo ricco di difficoltà. Se ci soffermiamo sul campionato post lockdown potremmo dire semplicisticamente che tutti abbiamo fatto malissimo: società, allenatore e calciatore. Se invece vogliamo parlare di calcio e fare un discorso più ampio rimarcherei che, negli anni, è stato un lavoro importantissimo coinciso con un campionato stravinto e con la valorizzazione di giovani come Calò che, ora, potrebbero giocare in A e in una squadra importante come il Genoa. Prima della sosta forzata mi sembra fossimo addirittura accreditati come sorpresa per i playoff. Un giudizio non può limitarsi all’ultimo bimestre. Come mi sono lasciato con la società? Ho detto a chi di dovere che era veramente triste chiudere un’avventura così bella in questo modo. Hanno fatto altre scelte ed è assolutamente nel loro diritto voltare pagina dopo la retrocessione in serie C. Sarà un campionato molto difficile, specialmente il girone C è una sorta di B2", ha concluso.