Rassegna Stampa
Giornale di Sicilia: “Trequartista, mezzala o play? Palermo, rebus Palumbo”
Il Palermo aspetta ancora il vero Palumbo. Il centrocampista arrivato in estate dal Modena non è ancora riuscito a imporsi come punto di riferimento nel cuore del gioco rosanero, quella zona del campo in cui servono qualità, visione e coraggio.
Accolto con grandi aspettative per la sua capacità di unire quantità e tecnica, il numero 5 rosanero finora ha mostrato soltanto a tratti le qualità che avevano convinto la società a puntare su di lui. L’assist contro il Südtirol e la buona prova con il Pescara avevano fatto intravedere le sue potenzialità, ma non sono bastati per dargli continuità e incisività.
Il suo rendimento altalenante potrebbe dipendere anche da un ruolo non ancora ben definito: Palumbo è stato impiegato tra trequarti e mediana, senza però trovare ancora la posizione ideale. Eppure, come sottolinea il quotidiano, è un giocatore capace di cambiare il ritmo della gara con una sola giocata, un filtrante o un tiro dalla distanza.
I numeri del biennio a Modena parlano chiaro: 16 gol e 13 assist in due stagioni, un bottino da centrocampista di alto livello. Proprio quei risultati avevano spinto il Palermo a investire su di lui, immaginandolo come il fulcro tecnico della squadra, in grado di garantire equilibrio e imprevedibilità.
Ora, però, serve che Palumbo torni a essere quel giocatore totale che aveva incantato in gialloblù. Con la squadra che fatica a trovare fluidità e continuità di rendimento, la sua creatività e la sua visione di gioco potrebbero essere la chiave per rilanciare il motore rosanero.
Non è escluso che Inzaghi possa riposizionarlo in un ruolo diverso: da play basso per dare ordine e tempi alla manovra, o più avanzato, come sottopunta, per sfruttarne le doti di rifinitore e finalizzatore.
Con la stagione ormai nella fase decisiva, il Palermo ha bisogno della versione migliore di Palumbo, del suo talento e della sua personalità per ritrovare slancio. È arrivato il momento, scrive il Giornale di Sicilia, che diventi davvero “il cervello e il cuore” della squadra.
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