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serie c

Foggia-Palermo 2-0: D’Andrea e Rocca infieriscono sui disagi difensivi rosa, un palo e troppi errori. Commento primo tempo

Palermo lacunoso in fase difensiva e Foggia avanti di due gol

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Trasferta probante ed insidiosa per gli uomini di Boscaglia al "Pino Zaccheria" contro il Foggia guidato da Marchionni.

Il pari rocambolesco maturato in extremis al cospetto della Viterbese ha lasciato in dote indicazioni contrastanti.

Urge certamente maggiore concentrazione e lucidità nella gestione del match, unitamente ad un'auspicabile crescita in termini di concretezza e solidità difensiva. Il Palermo sa bene che è il momento di accelerare sensibilmente il passo e ridurre al minimo il margine di errore se si vuole ridurre il gap dalla zona nobile della graduatoria.

L'infortunio di Almici, costretto ai box per circa due mesi, costituisce una brutta tegola per il tecnico rosanero. Boscaglia conferma comunque il 4-2-3-1 di partenza e sceglie Accardi come interprete del ruolo di esterno basso sul versante destro. Pelagotti tra i pali, linea difensiva composta da Accardi e Crivello sulle corsie, Somma e Marconi tandem di centrali. Broh e Odjer coppia di interni in mediana, Kanoute e Floriano aculei di un tridente che ha in Luperini il polo centrale con Saraniti unica punta di ruolo.

Dopo quattro giri d'orologio, il Palermo rischia di combinarla grossa: Somma copre la sfera su un lancio fuori misura e chiama Pelagotti alla comoda uscita, D'Andrea percepisce l'impasse tra i due e ci mette il piede non centrando lo specchio della porta. Nonostante la fitta pioggia ed il campo fisiologicamente pesante, il manto erboso mostra una discreta tenuta e l'avvio di gara è piacevole.

Le due squadre si affrontano a viso aperto con intensità e buon ritmo, manovrando in modo lineare ed avvolgente pur senza trovare il lampo illuminante in sede di rifinitura. Il Palermo resta molto alto, pressa i padroni di casa sulla propria trequarti offensiva, cerca di sorprenderli in ampiezza con improvvisi cambi di fronte volti ad innescare gli estremi del tridente. Il marchio di fabbrica di Boscaglia è evidente, possesso e costruzione ragionata con la partecipazione di tutti gli effettivi in sede di impostazione, Broh e Odjer a distribuire, Luperini a legare ed impreziosire, Saraniti a fare sportellate e giocar di sponda per Floriano e Kanoute deputati ad affondare in alto sulle corsie.

Il baricentro alto e la tendenza talvolta a smarrire distanze e densità costano caro alla compagine ospite. Curcio fraseggia con Vitale il quale imbuca per lo scatto di D'Andrea, linea difensiva di Boscaglia, priva di schermatura, che scappa ancora una volta in ritardo e vantaggio pugliese.

La reazione rosanero non si fa attendere: Kanoute sventaglia dal binario destro e trova Floriano sul secondo palo, la battuta dell'ex rossonero timbra il montante e Saraniti liscia incredibilmente il pallone del possibile pari immediato. Resterà questo l'unico squillo concreto del Palermo in chiave offensiva per l'intera prima frazione. Per il resto la proposta rosanero si dipana con fare laborioso e costante, ma le tracce sviluppate risultano abbastanza scolastiche e prevedibili, lette e disinnescate con disinvoltura dal 3-5-2 dei padroni di casa.

Al contrario, la squadra di Boscaglia continua a protendersi in avanti con le linee in modo eccessivamente temerario, il Palermo si allunga e si smaglia con troppa facilità, non riuscendo a ricomporre equilibri e densità in fase di non possesso. L'ennesima ripartenza a campo aperto, o quasi, del Foggia libera il destro di Rocca dal limite che batte Pelagotti che sigla il raddoppio dei pugliesi. Anche in questa circostanza, niente filtro e pressione da parte dei centrocampisti, linea difensiva nuda, senza nessuna che esca ad accorciare sul possessore della sfera pronto a calciare.

Il Palermo sbanda e rischia addirittura di subire il terzo gol con Vitale che arriva lungo in spaccata e fallisce una chance a porta vuota. Il primo tempo si chiude con il Foggia in vantaggio di due reti.