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l'intervista esclusiva

Floriano-Mediagol: “Addio Baldini? La ragione è una sola. Lui e Corini diversi…”

Palermo
L'intervista esclusiva concessa da Roberto Floriano alla redazione di Mediagol.it

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Dieci gol e tre assist nella stagione che ha sancito il ritorno in Serie B del Palermo FC. Roberto Floriano ha sposato la causa rosanero nel gennaio 2020, quando il nuovo club targato Mirri-Di Piazza aveva appena iniziato la sua scalata verso il ritorno nel calcio professionistico, ripartendo dal girone I della Serie D. Grande impatto, quid di esperienza e qualità per un profilo dotato di intelligenza calcistica e tecnica individuale degne di ben altra categoria, il classe 1986 è progressivamente divenuto leader tecnico e carismatico della compagine rosanero, senatore dello spogliatoio e riferimento per i compagni, tassello prezioso nel mosaico di ogni tecnico sedutosi sulla panchina del Barbera. Con Silvio Baldini alla guida l'apice del suo gratificante percorso con la maglia del Palermo, un crescendo di prestazioni ed un peso specifico determinante, quattro reti decisive nei playoff promozione, nel cuore della cavalcata di Brunori e compagni verso la serie cadetta. Non più centrale nelle gerarchie tecniche di Corini, Floriano ha accettato la corte serrata del SangiulianoCity nel corso della sessione invernale di mercato, rimettendosi in gioco nel club lombardo che milita nel girone A di Lega Pro. L'ex capitano del Palermo ripercorre le tappe più significative della sua avventura nel capoluogo siciliano nel corso dell'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it.

Intervista realizzata da Leandro Ficarra e Noemi Cusano 

"Dimissioni Baldini? In quei momenti speri che le cose vadano bene e tutto possa rientrare, di certo non te lo aspetti. Era passato appena un mese dalla promozione, in teoria deve andare tutto bene, deve esserci entusiasmo. Invece dopo un mese è cambiato un po’ tutto. Io stimo tantissimo mister Baldini, anche il direttore Castagnini. Però conoscendo il City Football Group ho capito che si tratta di un gruppo aziendale che ha, oltre a detenere la proprietà di tante società, si fonda su dei parametri e delle regole scritte e ben precise all’interno che, vuoi o non vuoi, devi accettare. E sia il mister, sia il direttore, sono due persone che alle spalle hanno quarant’anni di calcio vissuti a modo loro con una certa filosofia. Non era facile per loro adeguarsi alle loro modalità ed al modus operandi della holding.. Secondo me il problema è nato lì. Ognuno vede il calcio a modo suo. E quando si entra a far parte di un gruppo così importante è normale che certe cose, alcune divergenze concettuali,  è difficile superarle. Certamente tutta la squadra ci è rimasta male, però siamo tutti professionisti e lo abbiamo dimostrato. Nonostante la delusione abbiamo fatto il nostro dovere. E abbiamo accolto sia i ragazzi nuovi, sia Corini, nella maniera giusta, come bisogna fare. Va dato merito ai ragazzi che c’erano, sono stati tutti super disponibili, abbiamo lavorato per due settimane anche col mister della Primavera, credo che anche lui si sia trovato benissimo con noi. All’interno del gruppo ci siamo sempre messi tutti a disposizione. Da Baldini e Corini? Sono due tecnici diversi. Mister Baldini cerca di entrare nella testa di ogni giocatore, diventa quasi un ‘padre di famiglia’ che cerca di aiutarti a trovare il meglio delle tue risorse emotive ed interiori. Corini è un allenatore più razionale e lucido, giustamente cerca di darti delle indicazioni principalmente di carattere tecnico-tattico, di farti migliore innanzitutto nel rendimento sul campo. Anche lui è una persona super disponibile, anche per discutere eventuali problemi personali. Però magari cerca di guardare più la parte che riguarda strettamente il calcio. Non è facile entrare nella testa di ventisei persone e cercare di fare il ‘padre di famiglia di tutti. Corini ha un approccio più scientifico, sì. Io anche con mister Corini mi sono trovato molto bene, poi il giocatore o il non giocare passa in secondo piano secondo me. Nella vita le cose che contano sono altre, come il rapporto che hai con la persona con cui hai a che fare. Io quando arrivò mister Corini gli dissi: ‘Mister, sia se mi farai giocare, sia se non mi farai giocare, vedrai Floriano sempre allo stesso modo’. E infatti io credo che lui questo ha apprezzato di me. Io non sono mai cambiato nei suoi confronti, ho cercato di dare sempre il mio contributo alla squadra. 

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