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Felici: “Volevo riscattarmi, ora non mi fermo più. Il gol, la dedica e quell’abbraccio a Pelagotti…”

Le dichiarazioni rilasciate dal gioiello di proprietà del Lecce, attualmente in prestito al Palermo: "Ho visto la palla entrare, non ci credevo"

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E' stato uno dei protagonisti della sfida andata in scena domenica pomeriggio allo Stadio "Renzo Barbera".

Stiamo parlando di Mattia Felici. Dopo un periodo tutt'altro che brillante e la scelta del tecnico Rosario Pergolizzi di non schierarlo dal primo minuto contro il Licata, il talentuoso jolly offensivo del Palermo è tornato al gol, offrendo una prestazione che non è certamente passata inosservata. Una prova più concreta e meno fumosa del solito. Il gioiello di proprietà del Lecce, infatti, ha avuto il merito di sbloccare il match contro il Nola e di puntare regolarmente avversario e porta difesa da Capasso, creando a larghi tratti superiorità numerica.

"Ho aspettato questo gol a lungo, l’ultimo l’avevo fatto a Giugliano, in casa con l’Acr Messina. Ho visto la palla entrare, non ci credevo, un gol che dedico al padre della mia fidanzata Sara, si chiamava Andrea e non c’è più - ha dichiarato Felici, intervistato ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' edizione Sicilia -. La lunga corsa per abbracciare Pelagotti? È uno dei più grandi che mi è stato sempre vicino, fin dall’inizio. Ed è prodigo di consigli. Mi aveva detto 'oggi segni tu' e per questo ho fatto mezzo campo per andare da lui. Dopo l’esclusione iniziale di Licata volevo riscattarmi, ho giocato al massimo, sono uscito dal campo per crampi, penso di avere fatto una buona gara e non voglio fermarmi".