serie d

FC Messina-Palermo 0-1: Ficarrotta, la prima volta non si scorda mai! Solidità e buona sorte, pokerissimo rosa…

Partita equilibrata e scorbutica risolta da una perla balistica firmata Ficarrotta in avvio di ripresa. L'FC Messina reagisce con veemenza e cresce nell'ultima mezz'ora, timbrando una traversa con Carrozza e sfiorando un paio di volte il pari....

Mediagol2

di Leandro Ficarra

Il Palermo ingrana la quinta. Non ruberà l'occhio dal punto di vista di armonia e fluidità di manovra, ma la formazione guidata da Rosario Pergolizzi si conferma squadra estremamente solida, intensa e concreta. Perfettamente tarata a misura di categoria, la compagine rosanero guida meritatamente il proprio girone, viaggiando a punteggio pieno dopo cinque giornate di campionato. Cinque partite caratterizzate da prestazioni, evoluzioni e dinamiche estremamente diverse, così come diversa è fin qui stata la caratura degli avversari affrontati dalla capolista. Fa fede e classifica, ad oggi, un solo ed inesorabile denominatore comune: il Palermo vince sempre.  Talvolta brillantemente ed in scioltezza, sciorinando anche sprazzi di buon calcio, in altre occasioni mangiando polvere, serrando i ranghi e tenendo botta, colpendo cinicamente l'avversario al momento giusto.  La qualità della performance offerta oggi al "Franco Scoglio" dagli uomini di Pergolizzi non è stata certamente eccelsa sul piano della coralità e dei contenuti tecnici. Piglio e valore assoluto dell'avversario hanno complicato notevolmente la vita al Palermo di Hera Hora. I rosanero non hanno fatto mirabilie in termini di linearità ed incisività della proposta offensiva.  Per buoni tratti, specie nella ripresa, subito dopo il vantaggio, la compagine rosanero ha subito supremazia territoriale e forcing della formazione peloritana, soffrendo come mai in precedenza in questo avvio di stagione. Sulla perla balistica coniata da Luca Ficarrotta, il Palermo ha costruito una vittoria pesantissima, rannicchiandosi a protezione di Pelagotti ed optando per un riassetto tattico estremamente conservativo che ha retto grazie ad abnegazione ed una significativa dose di buona sorte. Un paio di lodevoli giocate dell'ex Paolo Carbonaro murate in extremis, ma soprattutto la traversa, fedele alleata delle formazione ospite quando rispediva al mittente il destro al volo di Carrozza che Pelagotti poteva soltanto scrutare attonito con lo sguardo. Il pragmatismo di Pergolizzi dalla panchina perfettamente trasposto dalla squadra sul terreno di gioco. Il triplice fischio del direttore di gara a ribadire che spesso nel calcio il fine giustifica i mezzi. Ovviamente se leciti e contemplati dal regolamento.

L'assenza di Santana, out a causa di un'elongazione muscolare, ha penalizzato non poco i rosanero in materia di personalità, estro e cifra tecnica complessiva. Tuttavia, il 4-3-3 iniziale proposto da Pergolizzi, con l'unica variante di Ficarrotta in luogo dell'argentino, ricalcava interpreti ed equilibri della squadra tipo. Linea difensiva consueta davanti a Pelagotti, Doda e Vaccaro gli esterni bassi, Lancini-Crivello tandem di centrali. Martin, schermo e metronomo, Kraja e Martinelli intermedi in mezzo al campo. Ficarrotta e Felici estremi di un tridente retto centralmente da presenza e senso del gol di Ricciardo. 

Dopo una fase di studio e schermaglie lunga circa mezz'ora, fatta di agonismo, densità, spazi angusti e grande accortezza reciproca, la partita regalava i primi sussulti. Carrozza indugiava troppo sull'invito dell'elettricoCarbonaro sprecando una potenziale opportunità, Felici, sulla torre ispirata di Ricciardo, strozzava troppo il diagonale esaltando le doti di Aiello. Il primo tempo è quasi tutto qui. 

Sliding doors del match all'alba della ripresa. Carbonaro punge in percussione e sfiora il palo con una velenosa stoccata d'esterno. Ricciardo protegge l'ennesima palla della sua laboriosa e generosa partita, conquistandosi, spalle alla porta, una punizione da circa ventidue metri. Giocata come tante, all'apparenza. Anticamera del sogno calcistico di Luca Ficarrotta. Il sinistro di velluto dell'attaccante esterno palermitano gira e svolta, proprio come la carriera del numero 14 di Pergolizzi: rete che si gonfia, contestualmente ad ego e petto dell'ex Marsala che, al debutto da titolare in rosanero, sblocca e decide il derby del "Franco Scoglio". Vantaggio che assurge a vero e proprio oro colato per il Palermo di Pergolizzi. Il tecnico rosanero inizia a plasmare la pepita della quinta vittoria consecutiva. L'FC Messina non demorde, anzi getta nella mischia Melillo per Quitadamo ed imbastisce una reazione intensa e veemente. Non occasioni nitidissime, ma un forcing arrembante e continuo che costringe il Palermo ad abbassare il baricentro, prestando massima attenzione in sede di lettura e chiusure difensive. Un'incornata di Marchetti, un paio di insidiosi corner frutto di una pressione non lucidissima ma costante. Carbonaro e Carrozza dialogano bene e creano più di un grattacapo alla difesa ospite. Il Palermo serra i ranghi, crea densità e bada al sodo, riducendo al minimo interspazi e profondità agli avversari. Pergolizzi intravede la spia della riserva e adotta un correttivo conservativo quanto opportuno. Fuori Vaccaro e Kraja, dentro Peretti e Ambro. Crivello scala a sinistra, teoricamente da quarto basso ma all'occorrenza da terzo centrale. Sensazione confermata dal successivo ingresso di Langella in luogo di Ficarrotta. In fase di possesso è una sorta di 4-3-1-2 con Ambro vertice alto alle spalle della coppia Felici-Ricciardo. Quando ad attaccare è la squadra di casa, talvolta Crivello stringe la sua posizione, componendo unalinea a tre al fianco di Lancini e Peretti, con Langella che scala da quinto alto sul binario mancino ed Ambro a fungere da intermedio in un classico 3-5-2.  Una chiusura provvidenziale in scivolata di Peretti su Carbonaro, una clamorosa traversa di Carrozza, autore di uno shoot di collo esterno che non avrebbe lasciato scampo a Pelagotti.  Ancora un'incornata di Marchetti che non centra il bersaglio, l'ultimo acuto di un FC Messina che per lo sforzo profuso avrebbe anche meritato il pari. Il Palermo ha fatto il suo, mantenendo sempre compattezza, equilibrio e colpendo su palla inattiva al momento giusto. Poi si è difeso con applicazione mentale, sana cattiveria agonistica e ordine, portando a casa l'intero bottino e guadagnandosi anche la carezza della Dea bendata. Il tabellino racconta anche dell'esordio in rosanero di Ferdinando Sforzini, subentrato a Ricciardo ad una manciata di minuti dal termine.  Il Palermo supera quello che alla vigilia avevamo definito un vero e proprio esame di maturità. Lo fa senza brillare, portando in dote la consapevolezza di avere ancora ampi margini di miglioramento sotto ogni punto di vista. Intanto, la squadra di Pergolizzi sfodera coesione, compattezza, cinismo, spessore agonistico e caratteriale.  Attitudini imprescindibili per primeggiare in questa categoria. Tratti caratterizzanti e distintivi che tradotti in punti fanno esattamente quindici in cinque partite. Basta dare uno sguardo alla classifica per comprendere che la strada intrapresa è quella maestra.

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