Mauro Cetto, oggi dirigente sportivo ed ex difensore centrale del Nantes e del Palermo tra le altre, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com in vista della sfida di ritorno dei sedicesimi di Europa League tra la compagine francese e la Juventus. Tra i temi trattati c'è l'esperienza italiana dell'argentino che racconta la trattativa che l'ha portato ad indossare la maglia rosanero nell'estate del 2011:
dichiarazioni
Cetto: “Gasperini non sapeva gestire bene lo spogliatoio. Voglio tornare a Palermo”
“Ero il capitano e avevo la possibilità di rinnovare, ma lasciai il Tolosa a parametro zero. Potevo andare in Spagna in qualche club meno blasonato, però il Palermo mi sembrava una possibilità importante e doveva giocare il preliminare di Europa League. Mi ritrovai in una situazione in cui era difficile fare bene. Sono arrivato in un momento in cui c’era tanta confusione, una disorganizzazione totale. Ho avuto 5 allenatori e 3 ds diversi. Era prevedibile che finisse con la retrocessione. Con Pioli avevo avuto un buon rapporto nel ritiro estivo, poi mi sono infortunato e non ho giocato le due partite col Thun. Esonerarlo è stata un’esagerazione, a maggior ragione vedendo poi la sua carriera. Con Gasperini? Un allenatore con ottime conoscenze tattiche, ma con una gestione dello spogliatoio che lascia a desiderare. Ho avuto allenatori che mi hanno fatto giocare, altri no, alcuni mi hanno dato la fascia da capitano e altri mi hanno escluso dai convocati, ma in questo caso la situazione era diventata insostenibile: è stato l’unico con cui ho avuto problemi seri e discussioni accese, non riguardo al calcio, ma per come si rapportava con me o con alcuni compagni. Un qualcosa che lo ha sempre caratterizzato durante la sua carriera”.
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Ma l'opinione sul capoluogo siciliano è rimasta più che positiva: "Voglio tornare a Palermo per mostrare a mia figlia dove è nata. Avrei voluto impormi come avevo fatto in Francia. È una città impossibile da dimenticare: molto bella e molto simile all’Argentina per il modo di vivere”.
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