Il Palermo rischia di dover lasciare la sua città a causa di un accordo con il Comune che tarda ad arrivare.
serie d
Caso stadio Palermo, intervista all’esperto “Ecco cosa serve per avere una Licenza Nazionale”
“Requisiti FIGC stringenti, ma nel caso del Palermo dipende tutto dalla volontà politica di fare le cose”
Il club rosanero sta già pensando ad un piano alternativo nel caso in cui la concessione dello stadio “Renzo Barbera” non dovesse trovare il benestare della politica locale, dal Sindaco alla giunta, fino al Consiglio Comunale.
Della situazione degli impianti sportivi in Sicilia e del caso che riguarda il Palermo ne abbiamo parlato con l’avvocato esperto in diritto sportivo Fabrizio Vitagliano, abilitato a Coverciano come Direttore Sportivo, già segretario generale di Trapani e Virtus Verona con un passato da marketing Specialist nell’Us. Città di Palermo. Di seguito l’intervista esclusiva rilasciata a Mediagol.it.
La Sicilia rispetto al resto d’Italia come è messa con gli impianti sportivi?
La Sicilia purtroppo si trova in una situazione estremamente difficile. I pochi impianti sportivi esistenti hanno necessità di investimenti importanti per interventi di ristrutturazione. Non è un problema che riguarda solo il calcio, ma quasi tutte le discipline sportive.
Quali sono gli stadi pronti per la Serie A?
Con gli standard attuali, che vengono stabiliti annualmente dalla FIGC con il Sistema delle Licenze Nazionali, in Sicilia solo il “Renzo Barbera“ di Palermo è nelle condizioni di potere ospitare incontri di Serie A, così come partite delle coppe europee. Altri due impianti che con interventi importanti a livello strutturale potrebbero ospitare partite di Serie A sono lo Stadio “San Filippo-Franco Scoglio” di Messina ed il “Massimino” di Catania. Mentre il “Massimino” risulta essere comunque una struttura con necessità di importanti interventi, il “San Filippo” ha un cosiddetto “peccato originale”, ovvero la mancanza di una tribuna coperta, per quanto sia comunque lo stadio più recentemente adattato al calcio che conta in Sicilia. Il Provinciale di Erice purtroppo, allo stato attuale, non ha la capienza sufficiente per la disputa delle partite di Serie A.
I problemi ci sono anche per giocare in Serie C?
Come dicevo, i requisiti per l’iscrizione delle società in Serie C e quindi per la disputa delle partite in casa, vengono stabiliti annualmente dalla FIGC con il Sistema delle Licenze Nazionali. I requisiti sono piuttosto stringenti e non vi sono deroghe, se non per la disputa delle gare in un impianto con i requisiti fuori dal comune o addirittura fuori dalla regione ove ha sede la società richiedente la licenza. Allo stato attuale gli impianti rispondenti alle specifiche richieste dalla FIGC sono, oltre il “Barbera” di Palermo, gli stadi di Trapani, Messina, Catania, Siracusa e Lentini.
In questi giorni è venuto fuori un caso stadio a Palermo. Perché ai rosanero serve un accordo con il Comune? Cosa si rischia?
La normativa federale prevede esplicitamente che la Società richiedente la Licenza Nazionale depositi presso la Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi (le quali si occupano di attestare il possesso dei requisiti delle Società, n.d.r.) la documentazione comprovante la proprietà dell’impianto che si intende utilizzare da parte della società richiedente la Licenza oppure il contratto, la convenzione d’uso o un documento equivalente relativo all’impianto che si intende utilizzare, validi almeno fino al termine della stagione sportiva 2020/2021 o per tutte le gare ufficiali che si terranno nella medesima stagione sportiva.
Pertanto è un requisito essenziale dimostrare alla FIGC la disponibilità dell’impianto. In realtà per quanto riguarda il requisito Federale non è necessaria una convenzione tra Comune e Società, basterebbe anche una semplice assegnazione dell’impianto. La scelta della formula più idonea, conforme a quelli che sono i regolamenti comunali spetta proprio al Comune, alla politica.
Se non dovessero accordarsi, le ipotesi Marsala ed Enna sono plausibili?
Lo stadio di Marsala per quanto potenzialmente idoneo ad ospitare le partite di Serie C per la capienza, avrebbe bisogno di alcuni specifici interventi, tra i quali cito in via esemplificativa i seggiolini sulla gradinata opposta alla tribuna. Andrebbe inoltre verificato se l’impianto di illuminazione risponde ai requisiti di illuminamento previsti dalla FIGC così come andrebbe verificato l’impianto di videosorveglianza e la Regia GOS (riservata alle forze dell’ordine). Ancora più problematica la situazione dello stadio di Enna che allo stato attuale non potrebbe ospitare gare di Serie C se non ponendo in essere importanti lavori di adeguamento, partendo comunque dalla considerazione che si tratta di un impianto vetusto.
Quali sono le norme da rispettare necessariamente in uno stadio? Non è possibile chiedere deroga?
La deroga non è prevista. Mi spiego: se l’impianto non rispetta i requisiti previsti, la società non potrà ricevere la licenza nazionale. Può comunque chiedere di disputare le gare in un impianto con i requisiti prescritti in altro comune, provincia o addirittura regione confinante, sarebbe da capire quali sono le Regioni confinanti per un’isola come la Sicilia. I requisiti minimi degli impianti sono davvero parecchi. Mi limito a citare quelli più importanti: terreno di gioco di misura minima 100m x 64m; panchine coperte; impianto di illuminazione con valori di illuminamento di almeno 800 lux in direzione delle telecamere fisse; presenza di un generatore per l’impianto di illuminazione; spogliatoi a norma con pavimento antiscivolo; locali per i controlli antidoping; capienza di almeno 1500 spettatori; sedute individuali con schienale almeno su entrambe le tribune principali; postazioni stampa e piattaforme per le telecamere con determinati requisiti; adeguato sistema di videosorveglianza approvato dalle autorità di pubblica sicurezza. Per le Società neopromosse, è previsto uno slittamento temporale per l’adempimento relativo ai seggiolini sulle due tribune principali e per i valori di illuminamento (da 800 lux il valore scende a 500 lux), ovvero tali situazioni vanno adeguate entro il 1 febbraio 2021 (data in attesa di conferma, ndr). Inoltre è previsto che l’impianto di videosorveglianza possa essere di tipo “mobile” per le società neopromosse, in attesa che vengano completati i lavori per l’impianto di videosorveglianza fisso, ma sempre e solo se approvato dalle autorità di pubblica sicurezza.
In base alla scadenza dell’1 febbraio 2021 per le neopromosse quindi il Palermo potrebbe giocare qualche mese fuori città e poi tornare al “Barbera“ quando il club troverà l’accordo con la politica?
Dei lavori di adeguamento saranno comunque necessari. Bisogna principalmente verificare se le tabelle di illuminamento arrivano ai 500 lux. Ma comunque il problema è politico, perché Enna e Marsala possono fare una convenzione velocemente e il Comune di Palermo no?
Quali sono gli impianti a norma in Sicilia dove potrebbe giocare il Palermo?
Allo stato attuale gli impianti idonei sono quelli che hanno ospitato nelle ultime due stagioni gare almeno di Serie C. Pertanto, oltre al “Barbera” di Palermo ed al Provinciale di Erice, in Sicilia abbiamo gli impianti di Catania, Messina, Siracusa e Lentini. Agrigento non risulta essere a norma, infatti non è provvisto di adeguato impianto di illuminazione.
Ipotesi “Velodromo“ di Palermo?
L’ipotesi Velodromo potrebbe essere davvero lungimirante. Si tratta di un impianto pronto da punto di vista della capienza, a norma sotto quasi tutti i punti di vista. Inoltre i lavori di adeguamento necessari potrebbero essere realizzati dalla società quasi a costo zero. La Lega Pro ha istituito ormai diversi anni addietro un fondo destinato alle società per l’adeguamento degli impianti ai criteri infrastrutturali, senza dimenticare che una parte dei fondi previsti dalla Legge Melandri è destinata proprio alle infrastrutture, ma bisogna ricordare che dipende sempre dal Comune di Palermo, anche se in questo caso verrebbero meno alcuni nodi che ad oggi bloccano la concessione del “Barbera”.
In passato lei ha lavorato in diversi club importanti, anche per il Palermo, si è già trovato davanti a problemi analoghi?
Assolutamente si. I requisiti variano ogni anno con l’obiettivo dichiarato dalla FIGC di rendere gli stadi strutture moderne ed al passo con i tempi per offrire ai tifosi la migliore esperienza possibile, anche televisivamente parlando. Pertanto, già a stagione in corso, si comincia a programmare gli interventi necessari per l’adeguamento degli impianti per la stagione successiva.
La politica e la burocrazia. Come si può aiutare il settore del calcio?
Come sempre politica e burocrazia vanno a braccetto. La burocrazia in questo caso c’entra poco. Vi sono dei regolamenti e vanno rispettati. Agendo nella legalità e senza forzare le norme, non sarà difficile trovare una soluzione alla situazione attuale. È necessaria però una forte volontà politica che vada ben oltre l’interesse elettorale del singolo politico. Il Palermo è dei palermitani.
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