di Leandro Ficarra
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Casertana-Palermo 2-3: Tris di Lucca e di vittorie esterne consecutive. Filippi si gode il trionfo rosa, ma che ingenuità nel finale!
Un Palermo brillante conquista i tre punti contro la Casertana grazie alla tripletta di Lucca
Audace, coeso, propositivo. Un Palermo equilibrato ed intenso, al netto degli acclarati limiti strutturali, tatticamente logico e mentalmente sul pezzo.
Il nuovo volto della compagine di Filippi esaltato dallo strapotere fisico e dalla tracimante vena realizzativa di Lorenzo Lucca.
Pivot dal rimarchevole presente e dal potenzialmente radioso futuro. Capace di commutare implacabilmente in rete l'incedere di una squadra corta, aggressiva, elettrica. Brava a pressare alta, in modo organico e feroce, a verticalizzare il gioco, quando possibile, alla ricerca della profondità. Capitalizzando al contempo, con temi lineari e fluidi, la sua marcata trazione laterale. Trovando, con naturalezza ed incisività, l'ampiezza su entrambi i versanti del rettangolo verde.
Il classe 2000 ha ricordato, alla folta schiera di precipitosi e superficiali detrattori, come sia già in grado di spostare gli equilibri, imparando gradualmente a gestire le pressioni. A dispetto della giovane età e di un bagaglio calcistico, mentale e disciplinare, ancora allo stadio embrionale.
Al netto di qualche meccanismo difensivo da rivedere, più collettivo che di reparto, il Palermo ammirato al "Pinto" è stato talmente performante, almeno per settanta minuti abbondanti, da lasciar credere di poter giocare sul velluto. Portando a casa, con pieno merito, l'intera posta in palio in uno scontro diretto in ottica playoff. Poi un paio di ingenuità gravi commesse nell'ultimo scorcio di gara. Leggerezze che hanno restituito flebili speranze di rimonta alla compagine di Guidi. Complicando nel finale una pratica calcistica che sembrava prossima alla felice archiviazione in casa rosanero.
Terzo blitz esterno contro un avversario di tutto rispetto, seppur falcidiato da una serie di assenze piuttosto significative nella contingenza.
Le magie d'alta scuola di un superlativo Mario Alberto Santana, capace di tarare, con il diapason della sua classe infinita, tempi e flussi di gioco, ritmo della gara, trame offensive e movimenti senza palla di compagni e avversari. Non ci stancheremo mai di ribadirlo: un marziano atterrato per caso, anzi per amore, sul pianeta Lega Pro, che si fa beffe delle sue primavere. Regalando ai palati fini della materia prestazioni sontuose, farcite di sublime qualità e sorprendente quantità.
I gol di Lucca, due imperiose incornate per rimpinguare il repertorio di gemme aeree in questa prima e straordinaria stagione tra i professionisti.
Poi il taglio sul primo palo, con Santana che sente il movimento del ragazzo e accosta l'assist contando i giri, suggellato con un dolce tocco di interno ad eludere l'uscita bassa di Avella. Il gigante di Moncalieri ha i piedi molto educati, in rapporto alla notevole stazza ed agli inesplorati margini di miglioramento in termini di tecnica individuale.
Le catene laterali a macinare gioco, percussioni e sovrapposizioni, con Valente e Floriano da una parte, Almici e Santana sul fronte opposto.
I due big di Filippi galleggiavano sulla trequarti e si invertivano spesso il raggio d'azione, nel 3-4-2-1 che aveva in Odjer e Luperini i perni in zona nevralgica, con Palazzi regista arretrato, nel cuore del pacchetto difensivo, a conferire limpidezza alla sorgente della manovra.
Tutto pareva funzionare a meraviglia, eccetto qualche ripartenza di troppo concessa alla Casertana, pericolosa con Pacilli e Hadziosmanovic, come testimoniato dal punteggio al termine dei quarantacinque minuti.
I cartellini gialli comminati ad Odjer e Luperini, entrambi costretti a spendere falli sanzionabili per arginare situazioni di precario equilibrio tra le linee in fase di non possesso, costituivano un fardello troppo pesante da sostenere nella ripresa.
Bravo Filippi ad operare subito un doppio cambio figlio di buon senso e pragmatismo: dentro Marconi e Broh per i due interni titolari. Palazzi, dirottato in mezzo al campo, lascia proprio all'ex Monza la gestione del ruolo di centrale della linea difensiva a tre. Chiusa la prima frazione con il doppio vantaggio, doppia sberla di Lucca nel primo quarto d'ora, Cuppone ad accorciare le distanze, nuova zampata del bomber rosa subito dopo, il Palermo è partito bene anche nella ripresa.
Diverse le chances per il poker, due splendide conclusioni di Santana che avrebbero meritato miglior sorte, una ripartenza, tre contro uno, banalmente sprecata da Valente, la sensazione latente di una squadra in pieno controllo nonostante la reazione dei padroni di casa.
Filippi ruota saggiamente i suoi uomini in vista del tour de force che attende il Palermo nelle prossime settimane. Floriano e Santana lasciano il posto a Rauti e Kanoute al ventesimo del secondo tempo. I due subentrati confezionano un'occasione clamorosa: coast to coast dell'ex Catanzaro, assist al bacio per Rauti, ottima risposta in corner di Avella sulla botta del gioiello di proprietà del Torino. Spazio anche a Martin che rileva Palazzi.
Casertana lunga e scriteriatamente in avanti, Palermo che infierisce a campo aperto. Kanoute si guadagna un rigore che calcia sul palo.
Primo errore che appare, a primo acchito, veniale. Due gol di vantaggio e cronometro che scorre: match ormai nei paraggi del novantesimo.
Ma, l'imprevedibiltà, spesso beffarda, dell'universo calcio si nutre di attimi. Capaci di capovolgere in un'inezia scenari fortemente indirizzati, se non virtualmente definiti, in prossimità dei titoli di coda. Se Kanoute è incappato in un errore tecnico, fallendo la realizzazione dal dischetto, Almici ha commesso, poco dopo, un'ingenuità incomprensibile. L'esterno ex Hellas Verona, tra i migliori in campo per qualitò e continuità di rendimento, si lascia tradire incautamente dalla foga, commettendo un fallo, plateale e piuttosto inutile, su Ricci. Rosso diretto e Casertana che accorcia pochi istanti dopo con Buschiazzo, subentrato nel finale insieme a Rillo per conferire linfa al forcing campano. Inutile sottolineare livello di apprensione e genesi dei cattivi presagi che albergavano nella mente di Filippi ed i suoi uomini con cinque minuti di recupero da giocare. La gestione dell'extra time è filata liscia e senza patemi.
Tuttavia, compromettere una prestazione di tale lignaggio, con annessi tre punti, per un paio di topiche e qualche minuto di blackout nervoso, sarebbe stato calcisticamente imperdonabile.
Numeri, atteggiamento, identità tattica e mentale raccontano un Palermo, targato Filippi, molto diverso rispetto alla precedente gestione.
Nove punti in quattro gare, tre vittorie esterne inframezzate dal flop al "Barbera" contro la Juve Stabia.
Un modulo più confacente alle caratteristiche dei singoli, scelte tecniche pertinenti in relazione a valore assoluto, personalità, rendimento sul campo. Una squadra evidentemente più a suo agio con il proprio tecnico, sul piano relazionale e calcistico, ineluttabilmente trasformata sotto il profilo psicologico e motivazionale.
Difetti di fabbrica e le lacune in organico permangono tangibili, riafforando inevitabilmente in varie porzioni di partita. Filippi non ha la bacchetta magica, ma la sua gestione pragmatica, lucida ed essenziale, sta contribuendo a mascherare al meglio vizi, scompensi e falle in seno a questa rosa.
La rincorsa ad un posto al sole in zona playoff riparte con rinnovato slancio. Resta irrisolto il consueto interrogativo al culmine di una prestazione così confortante. Riuscirà il Palermo a trovare la tanto agognata continuità? Mercoledì prossimo, nell'insidiosa trasferta contro il Monopoli, potremmo avere una prima e significativa risposta al quesito.
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