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Bombardini: “Io, Foschi e quel retroscena di mercato. La verità sul mio no al Palermo”

Le dichiarazioni rilasciate dall'ex calciatore del Palermo

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Talento puro e cristallino, ha costruito una carriera di assoluto livello.

Stiamo parlando di Davide Bombardini. L'ex calciatore del Palermo, intervistato ai microfoni del 'Giornale di Sicilia', è tornato a parlare della sua esperienza in Sicilia, svelando anche un curioso retroscena di mercato. Tre anni importanti ed intensi in rosanero, con la promozione in Serie B conquistata da protagonista nel 2001. Poi, l’approdo nella Roma di Capello, Totti, Cassano e Batistuta. Un salto triplo prematuro, anche se suggestivo, in un momento topico della sua carriera. Quindi tante pagine scritte da leader e trascinatore tra B e Serie A con le maglie di Salernitana, Atalanta e Bologna.

"Il Barbera è uno stadio che mi ha sempre dato grandi sensazioni, quando uscivo dal sottopassaggio speravo di vederlo pieno, era adrenalinico. Quando scattavo sulla fascia il boato della gente mi dava una forza straordinaria. I fischi in Palermo-Salernitana? Una giornata particolare. Tutto era cominciato l’anno prima, quando con l’arrivo di Zamparini a Palermo Sensi mi aveva portato alla Roma. Ero molto combattuto, sapevo che Zamparini a Palermo avrebbe fatto grandi cose e che sarebbe andato presto in A, ma avevo anche la possibilità di giocare con Totti, Cassano, con una squadra fortissima. E volevo giocarmela", sono state le sue parole.

LA ROMA -"Non era facile inserirsi in quella squadra, la Roma giocava col modulo 3-5-2 e all’esterno c’erano Cafu e Candela; se avessi voluto fare la seconda punta c’erano Totti e Cassano, talvolta mi ritrovavo in panchina con Batistuta e Del Vecchio. L’impatto non fu facile, un po’ ci misi del mio. Insomma feci otto presenze all’andata e andai sul mercato con l’idea di tornare a Palermo dove Arrigoni mi stimava".

IL RETROSCENA - "Foschi mi contattò, mi offrì un buon contratto e gli chiesi solo di non prendermi in prestito, non volevo sentirmi di passaggio. Ebbi la sua parola, ma a venti minuti dalla chiusura del mercato di gennaio si rimangiò tutto, mi disse che poteva prendermi solo in prestito con una riduzione nel contratto. Se non me lo avesse detto a venti minuti dalla chiusura del mercato forse lo avrei anche accettato perché volevo fortemente Palermo, ma mi scoppiò la testa e dissi di no. I tifosi rosanero la presero male, come se avessi rifiutato io e quando l’anno dopo tornai con la maglia della Salernitana mi fischiarono. Feci una grande partita per dimostrare il mio valore a Foschi, la gente capì e chiesi a Pioli di tirarmi fuori a pochi minuti dalla fine. Volevo vedere cosa accadeva e accadde che uscì dal campo tra gli applausi", ha concluso Bombardini.