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Bombardini: “Il mio Palermo avrebbe vinto questa C facilmente. Io un playboy? Perinetti…”

Le dichiarazioni rilasciate dall'ex calciatore del Palermo

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"Pur avendo girato molto a Palermo mi sono sempre sentito a casa, una strana sensazione".

Parola di Davide Bombardini. Diversi sono stati i temi trattati dall'ex calciatore del Palermo, intervistato ai microfoni del 'Giornale di Sicilia': dalla sua avventura in Sicilia, alle prestazioni offerte fin qui dalla formazione di Roberto Boscaglia. Tre anni significativi ed intensi, quelli vissuti nel capoluogo siciliano dal classe 1974, con la promozione in B da protagonista nel 2001 e una stagione successiva di notevole caratura in serie cadetta, quando sulla panchina rosanero sedeva Bortolo Mutti.

QUEL PALERMO -"A Palermo ho infranto molti cuori? Forse. Non avevo legami, qualcosa si doveva pur fare. E poi i calciatori hanno sempre avuto un fascino particolare. A quei tempi forse ancora di più. Ci sono state due donne palermitane molti importanti nella mia vita, lo ammetto. A quei tempi si usciva la sera, ma senza mai esagerare. Perinetti ci raccomandava discrezione. Eravamo un bel gruppo, con Cappioli, Sicignano, La Grotteria. Ogni tanto dovevamo cercare Palumbo che spariva per qualche giorno...", sono state le sue parole.

DIFFERENZE -"Tutto diverso, oggi la squadra con cui vinsi il campionato a Palermo vincerebbe la C con venti punti di vantaggio. Cappioli veniva da quindici anni di A e fece sedici gol, ma tutto il gruppo era di grande personalità. Rischiammo di non vincere quel campionato 2000-2001? Ancora oggi non me lo so spiegare. Avevamo dominato, prima di Fermo avevamo otto punti di vantaggio sulla seconda ma poi ci bloccammo. E a due settimane dalla fine arrivò Sella al posto di Sonzogni perché avevamo paura di non farcela. Il Palermo fatica in C? Non è bello. Seguo sempre le vicende dei rosa, lo scorso anno ho conosciuto Mirri e mi ha fatto una bella impressione. La classifica non mi sembra felice, non conosco bene la situazione tecnica per giudicare quello che non sta funzionando. Certo con una sola promozione diretta è dura. Mi sento di dire che è giusto programmare ma Palermo è una di quelle città in cui il fuoco della passione va sempre tenuto acceso".

ALLENATORI - "Morgia mi volle, ero alla Reggina e mi svegliò alle sette del mattino per dirmi di venire a Palermo. Era un tecnico particolare, passionale e coraggioso, lo ringrazio perché mi portò in una grande città. Con Sonzogni sono cresciuto, mi ha inquadrato tatticamente, avrebbe meritato una carriera in Serie A. Con Mutti abbiamo fatto bene in B, togliendoci qualche bella soddisfazione. Fui seguito anche dal Trap? È vero, questa è una città speciale. Nel bene e nel male Palermo te la porti sempre dietro. Con i suoi eccessi, ci rimani sempre legato", ha raccontato.