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Bisceglie-Palermo 2-1, notte fonda in casa rosanero: flop anche al “Ventura”, aria di crisi per la squadra di Boscaglia

Ennesima sconfitta per la compagine rosanero

Mediagol8

tiro Nicola Rauti (Palermo FC)

di Leandro Ficarra

Notte fonda, o quasi. I numeri in casa Palermo iniziano davvero a divenire inquietanti.

Tre sconfitte in quattro gare disputate, un solo punto all'attivo in graduatoria, criticità di ogni sorta. Tattiche, tecniche, fisiche e caratteriali.

L'ultimo posto in classifica stride in modo fragoroso con le ambizioni di vertice covate ad inizio stagione, ma purtroppo fotografa nitidamente la pochezza dei contenuti tecnici mostrati dagli uomini di Boscaglia in questo orribile avvio di stagione.

Al "Gustavo Ventura", è bastato un Bisceglie oggettivamente modesto ma egregiamente organizzato sotto il profilo strategico, per avere ragione di un Palermo sconnesso, sfilacciato e desolatamente scontato in fase di costruzione, incapace di conferire ritmo, slancio ed incisività alle sue trame offensive.

La compagine rosanero è palesemente in ritardo ed in affanno. Sotto ogni punto di vista. La condizione dei singoli, salvo qualche rara eccezione appare a dir poco deficitaria. Scarsa brillantezza sul piano atletico, poca convinzione e verve sotto il profilo mentale, gran parte degli effettivi si mostra preda di confusione e mancanza di autostima. In termini collettivi è evidente il disagio nel muoversi in maniera sincrona ed organica tra i reparti, linearità, armonia e fluidità vengono meno all'atto dello sviluppo della manovra. Si recita spesso il compitino da minimo sindacale, facilmente disinnescato dalle letture difensive elementari dell'avversario di turno.

Si vive di qualche folata, estremamente sporadica, prodotta dai singoli. Anche oggi, al cospetto dell'ostica e tignosa formazione guidata dal palermitano Giovanni Bucaro, l'undici titolare era farcito da diversi elementi aggregatisi  al gruppo a ritiro estivo concluso. Le conseguenze, in termini di tempi e grado di integrazione nell'impianto di gioco della squadra, sono facilmente deducibili.

Nel tridente offensivo schierato da Boscaglia al "Gustavo Ventura", così come nelle precedenti uscite anche con variazione di assetto tattico, manca un trequartista puro in grado di fare l'elastico e legare il gioco, Il polo di connessione tra le linee che per caratteristiche peculiari potrebbe essere oggi in rosa il solo Silipo. In virtù di spessore e lignaggio calcistico, un calciatore capace di interpretare con qualità e profitto quel ruolo potrebbe chiaramente essere Santana. Con tutte le problematiche annesse, in relazione a condizione fisica da ritrovare ed autonomia limitata in ragione dell'anagrafe dell'argentino.

Il tentativo di dipanare la manovra in ampiezza cozza con l'attuale difficoltà a saltare l'uomo e creare le premesse della pericolosità di Floriano, Kanoute e Valente. L'ex Carrarese è l'unico tra gli aculei che riesce quanto meno a sciorinare un certo piglio, riuscendo spesso a mettere dentro una serie di traversoni potenzialmente pericolosi per le difese avversarie.

Il peso specifico nel cuore dei sedici metri è praticamente nullo. Chiedere a Lucca o Rauti, di fare a sportellate e mangiare polvere, isolati e fagocitati nella morsa dei rudi centrali avversari, è davvero troppo. La giovane età e l'odierno background calcistico dei due gioielli ex Torino mal si conciliano con questo ruolo ingrato. Fin qui è emerso in modo piuttosto inequivocabile il loro disorientamento, i ragazzi non hanno comprensibilmente spessore, esperienza e malizia per fare reparto da soli, né incarnano le attitudini del terminale boa classico di riferimento. Un apriscatole al loro fianco, in grado di far salire la squadra, giocare di sponda e far contesa sul gioco aereo, stanerebbe i centrali ed aprirebbe varchi utili ad esaltare talento e qualità di entrambi. Un trequartista puro abile ad imbucare col tempo e giri giusti, potrebbe innescare i loro tagli e stimolare la propensione dei golden boys a divorare la profondità. Il Saraniti attuale, encomiabile per abnegazione e generosità, non pare in grado di spostare in modo significativo gli equilibri.

In mezzo al campo, orfana di Palazzi e con Martin in naftalina, la fase di impostazione risulta scolastica e farraginosa.

Luperini ha fisico e buona qualità sul piano tecnico ma è in ritardo di condizione, Odjer distribuisce con ordine e personalità, ma senza acuti particolarmente illuminanti che conferiscano verticalità ed imprevedibilità al gioco rosanero. Broh fatica a trovare intensità ed ideale collocazione sul terreno di gioco.

Almici e Corrado non erano probabilmente prontissimi, l'uno appena arrivato, l'altro reduce da un infortunio, a giocare novanta minuti da protagonisti. Talvolta, la loro generosità in sede di spinta ha creato più di un disagio in fase difensiva, dove i due centrali di giornata, Crivello e Lancini, hanno spesso fatica a turare le falle, non sempre per colpa loro.

La sensazione è che manchino al momento equilibri collettivi, automatismi fluidi e rodati, connessione tra i reparti, condizione generale sia sul piano psicologico, sia su quello prettamente atletico. La squadra fatica a trasporre e ritrovare sul terreno di gioco quanto provato in settimana.

La fragilità difensiva fa il paio con la cronica sterilità ogni qualvolta si prova, spesso male nella gestione di tempi e spazi, ad attaccare la porta avversaria. Questo Palermo non fa male. Anzi, spesso tende ad essere inopinatamente autolesionista, rendendosi protagonista di ingenuità, individuali e di reparto, che spianano la strada alla contendente di giornata. Un imbarazzo percepito dagli stessi calciatori che si traduce in un generale scoramento.

La serie di risultati deludenti e prestazioni negative  sta condizionando sul piano psicologico i calciatori di Boscaglia. Lo si evince dalla incapacità di allestire una reazione credibile, anche solo nervosa o caratteriale, dopo aver subito la stoccata dell'avversario. Teramo, Avellino e Bisceglie raccontano per certi versi il medesimo canovaccio. Ogni spiraglio di intraprendenza viene annientato al primo bivio avverso del match. Quando va in svantaggio la compagine rosanero si scioglie sotto il profilo nervoso e motivazionale. Acuendo in modo incontrovertibile i suoi attuali limiti tecnici e strutturali.

L'ultimo posto in classifica dopo cinque giornate, il Palermo ne ha effettivamente disputate quattro in attesa del recupero contro il Potenza, non costituisce certamente un verdetto definitivo. Tuttavia, duole sottolineare che è al momento meritato per quanto mostrato fin qui dal Palermo di Boscaglia sul rettangolo verde. Una posizione in classifica di cui ad oggi sono in egual misura tutti artefici e compartecipi, in primis proprietà e dirigenza, per modalità, tempi e lacune con cui hanno costruito questa rosa.

Un organico che ha forse una discreta cifra tecnica complessiva per gli standard medi della categoria, oltre ad indubbi margini di crescita sul piano del rendimento e dell'espressione corale che il tecnico avrà modo di esplorare con dedizione, lavoro e pazienza. Tuttavia, la squadra paga lo scotto di una serie di errori e leggerezze in ambito concettuale, logistico e operativo in sede di calciomercato, l'assenza di esperienza, peso specifico e qualità in alcuni ruoli chiave dello scacchiere di Boscaglia è una falla difficilmente colmabile a liste chiuse, fatta eccezione per il salvagente costituito dal bacino degli svincolati. Mercoledì prossimo arriva la Turris al "Barbera". Siamo soltanto alla sesta giornata, ma per il Palermo questa sfida rappresenta già il primo delicato ed importante crocevia della stagione,

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