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Biffi-Mediagol: “Il gol al Potenza, le botte con Vieri e Inzaghi e le punizioni. Un mio ritorno…”

L’intervista esclusiva concessa da Roberto Biffi, ex capitano del Palermo, alla redazione di Mediagol.it

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Gigante buono, ma non troppo. Fisico imponente, mole mastodontica, muscoli d’acciaio.

Nato a Milano ma palermitano d'adozione, Roberto Biffi ha scritto la storia del Palermo per ben undici stagioni (1988-1999), collezionando oltre 350 presenze complessive tra campionato, Coppa Italia e playoff. Numeri che lo hanno consacrato il giocatore con maggiori presenze in assoluto con la maglia rosanero. Profilo simbolo del Palermo, vera e propria bandiera, l'ex centrale difensivo è stato un leader carismatico indiscusso in seno allo spogliatoio.

Aneddoti ed emozioni, il percorso intrapreso dalla nuova proprietà di viale del Fante targata Mirri-Di Piazza, il suo pezzo forte in tema di fondamentali, ovvero il calcio di punizione dalla media distanza: questi alcuni dei temi approfonditi da Roberto Biffi nel corso di un’intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it. Di seguito, le sue dichiarazioni.

"Vincemmo quella partita contro il Potenza al "Barbera" con il punteggio di 2-1, con un mio gol allo scadere che ribaltò il risultato dopo la rete messa a segno da Libro ed il pari nel finale siglato da Cecconi. Quella fu una stagione importante perché con Angelo 'Orazi riuscimmo a vincere il cosiddetto Duplete trionfando sia in campionato, sia in Coppa Italia. È stata una bella annata e quella fu una delle tante partite giocate bene, ricordo che non riuscivamo a sbloccare la gara e addirittura andammo sotto di un gol contro i lucani. Di solito queste sono le solite partite che appaiono segnate, dove non riesci più a recuperare, ma in quel caso vivemmo una stagione davvero esaltante: recuperammo il risultato grazie a due punizioni: quella di Cecconi dal limite dell'area che scavalcò la barriera e la mia, da più lontano, che si insaccò all'angolino nonostante non fosse la tipica bordata che ero abituato a tirare, sono state le sue parole.

DA VIERI A INZAGHI - "Vieri e Inzaghi ricordano ancora le mie marcature rigide e i duelli all'insegna della fisicità? Nel periodo del lockdown ne parlarono spesso durante le varie dirette sui propri account Instagram, è pura verità, anche se magari l'hanno un po' allargata, goliardicamente parlando. Le marcature erano quelle, ma neanche loro erano stinchi di santo (ride, ndr). Bobo si lamentava quando prendeva una botta dal sottoscritto ma neanche lui si risparmiava in quel senso nonostante la giovane età. Era anche difficile marcare Pippo Inzaghi che era meno fisico, ma più furbo e più scaltro; in pratica, per provare a fermarli dovevi mettere in campo tutte le doti fisiche a tua disposizione. Sempre tutto nell'ambito regolamentare sia chiaro, era il calcio che si giocava in quei tempi, più rude e maschio, al contrario di adesso dove si cerca di salvaguardare gli attaccanti, non appena li tocchi ti prendi il cartellino giallo e quindi cambia la partita. Le mie proverbiali punizioni? A volte ammetto di aver regalato dei palloni ai tifosi in curva (ride ndr), la verità è che quando calci forte e hai quella dote è chiaro che se prendi la porta fai male, nel caso contrario la palla la vai a raccogliere a Mondello".

PALERMO - "Vicino al ritorno a Palermo la scorsa estate? Chi ha il comando in società sa che da parte mia c'è tutta la disponibilità possibile. In questo momento non si sa che ruolo potrei svolgere, oppure magari non ci stanno neanche pensando. Il profondo senso di appartenenza in una società è importante. Io sono un milanese ormai diventato palermitano e nessuno deve toccarmi questi colori, probabilmente non c'è stata al vaglio una collocazione precisa per il mio profilo, ma loro sanno che la mia disponibilità a sposare la causa rosanero c'è sempre. Ci sono varie situazioni che devono evolversi e io non perderò mai la speranza di entrare in una società che è stata la mia seconda casa, ribadisco che la porta è aperta, se loro ne avranno mai la voglia io ci sarò. Sono sicuro quello che potrei dare in futuro al club molti altri candidati non  potrebbero farlo, più che altro per la mia storia infinita con questa maglia cucita sulla pelle. C'è stata una chiacchierata con il presidente quando ci fu la gara tra le vecchie glorie e la squadra che stava nascendo, anche se io non riuscii a parteciparvi. Sono sicuro che incontrandoci di persona, con Mirri, qualcosa potrebbe davvero nascere. In questo momento bisogna pensare alle cose più importanti e riuscire a fare risultati per riportare il Palermo dove merita. La Serie C non è semplice e le problematiche sono tante, la partita poco convincente di Teramo ne è una conferma. Non bisogna dare alibi a nessuno perché una piazza come Palermo deve stare sempre di diritto tra le squadre favorite, questi ragazzi necessitano del calore dei propri tifosi".