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Ballardini-Mediagol: “Il Palermo la mia squadra più bella. Io e Sorrentino ci siamo capiti. Genoa? Non sono tornato per una ragione”

L'intervista esclusiva concessa da Davide Ballardini, ex tecnico di Cagliari, Palermo, Lazio e Genoa, alla redazione di Mediagol.it

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Davide Ballardini si racconta.

Il Palermo targato 2008-2009, una squadra intrisa di carisma, freschezza e qualità, capace di sciorinare un gioco armonioso, fluido e spettacolare, sfiorando la qualificazione all'Europa League. Davide Ballardini plasmò quella rosa ad immagine e somiglianza del suo calcio. Probabilmente la connessione più fluida e proficua tra idee del tecnico e ricettività dei calciatori nel corso della carriera dell'allenatore ravennate. Una simbiosi tattica, tecnica e mentale quasi perfetta, forse la squadra più compiuta nel percorso professionale dell'ex tecnico di Cagliari e Lazio. Nel corso dell'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it, Ballardini ripercorre virtualmente le gesta del suo primo Palermo, torna sul feeling ritrovato con Stefano Sorrentino e svela le reali ragioni che lo hanno indotto a rifiutare in questa stagione la corte serrata del Genoa.

"Squadra migliore e più compiuta tra quelle che ho allenato? Sicuramente il Palermo. Come gioco non ho mai avuto nessuna squadra che si sia espressa con tanta qualità di idee, trasformate dai giocatori in modo chiaro, semplice e gioioso. Destro? Destro l'ho allenato per una stagione al Genoa, è un ragazzo con delle enormi qualità. Non gli mancava nulla, era rapido, veloce palla al piede, forte di testa, vedeva la porta. Se non ha mantenuto le aspettative è forse per dei problemi caratteriali o non ha trovato la persona che l'ha aiutato a crescere umanamente e come giocatore. Quando l'ho allenato io era ancora molto giovane, ma ricordo le sue grandi qualità. Se non è riuscite ad esprimerle, vale un po' il discorso che abbiamo fatto per Hernandez. Sorrentino tornato in campo nei dilettanti come attaccante? Non lo sapevo, ma non mi sorprende, lui aveva piedi ottimi. Dopo aver chiarito quel famoso alterco, con Sorrentino adesso ci vogliamo bene, lui ha capito che persona sono io e io che persona è lui. Chi ci metteva l'uno contro l'altro era Zamparini. Io gli portai delle testimonianze, qualcuno non mi dava ascolto, lui ci rimase male. Io gli dissi: 'Questo te lo dice il presidente, non te lo dico io. Io devo fare delle scelte'. Nel tempo ci siamo chiariti e oggi ci sentiamo spesso, abbiamo un bel rapporto e ne sono felice. Non sapevo facesse l'attaccante adesso, ma lui è nato per giocare a pallone. Anche in porta si divertiva a giocare, aveva questo piacere e si percepiva in modo chiaro. Non è una sorpresa che adesso lui si diverta a giocare in attacco.  E' intelligente, sa di calcio e quindi può giocare dappertutto. Il mio futuro? Quest'anno ci sono state diverse squadre che mi hanno contattato. Se sono convinto vado, sennò resto a casa. Devo essere convinto soprattutto dei giocatori che devo allenare, se sono convinto che con i giocatori a mia disposizione posso fare un buon lavoro vado. Ci sono poi delle eccezioni: quest'anno non sono andato al Genoa perché il rapporto tra me, la società e il presidente non avrebbe portato un buon profitto. Non sono andato per motivi tecnici, ma per ragioni legate a rapporti interpersonali, sono successe delle cose tra di noi che non avrebbero portato ad un buon profitto finale in caso di un mio eventuale ritorno e al bene del Genoa. Un consiglio ai palermitani ed a tutta la popolazione italiana: ascoltate le persone che devono essere ascoltate per le loro conoscenze, rispettate il valore delle persone che stanno facendo il nostro bene impegnandosi a fondo nelle strutture sanitarie. È un momento delicato, bisogna fare di tutto per battere questo Coronavirus nel minor tempo possibile.  Restiamo a casa e rispettiamo le norme comportamentali indicate dal Ministero della Salute".