Una stagione folle e frenetica sul piano gestionale conclusasi con la retrocessione in Serie B. L'annata calcistica 2012-2013 vide il Palermo annaspare nei bassifondi della classifica di Serie A, cambiare ben cinque volte guida tecnica e almeno un paio la direzione sportiva, prima di arrendersi al verdetto del campo con tanta amarezza e non poco rammarico. Feancesco Baiano visse in qualità di vice di Beppe Sannino quel campionato rocambolesco: era il Palermo di Dybala, Ilicic, Miccoli, Sorrentino, Donati, Hernandez, solo per citare alcuni componenti di quella rosa. Nonostante una rimonta importante nell'ultimo scorcio di stagione, la compagine rosanero non tiuscì ad ottenere la salvezza. Il classe 1968, da calciatore ex bomber di Foggia, Parma e Fiorentina, tra le altre, ripercorre quell'esperienza in Sicilia nel corso di un'interessante intervista concessa alla redazione di Mediagol.it.
L'INTERVISTA
Baiano-Mediagol: “Mio Palermo? Troppo caos, ma salvezza sfiorata. Bologna fu bivio”
L'intervista esclusiva concessa da Francesco Baiano alla redazione di Mediagol.it in vista di Palermo-Foggia: l'ex bomber di Fiorentina e Parma ripercorre il suo trascorso in Sicilia da vice di Sannino nel 2012-2013
"L'esperienza in panchina da vice di Sannino a Palermo nel 2012? Ho dei ricordi contrastanti di quella stagione perché dopo due domeniche il presidente ci mandò via. Non c'era un progetto e a confermarlo furono i tanti allenatori che arrivarono durante quell'annata, inoltre non si può esonerare un tecnico dopo due giornate. Arrivarono Gasperini e Malesani, parliamo di tecnici preparati ma c'era troppa confusione. Troppo facile dare la colpa dei risultati agli allenatori, se in quella stagione si cambiarono 4 tecnici vuol dire che erano tutti scarsi? Quel Palermo aveva dei giocatori straordinari! Dybala era ancora all'inizio essendo arrivato da poco dall'Argentina, si doveva dunque ambientare un un calcio complicato come quello italiano. Pian piano ha dimostrato il proprio valore. Siamo andati via con la tristezza nel cuore perché credevamo nel progetto Palermo, si era creato davvero un bel gruppo e eravamo molto legati ai tifosi. Quando siamo tornati sulla panchina nel finale di stagione, il momento era calcisticamente drammatico perché la società pensava a costruire la squadra per la B e i calciatori avevano il morale sotto i tacchi. Dovevamo recuperare 5 punti dalla zona salvezza, nel giro di tre giornate li recuperammo e la partita chiave fu la sfida contro il Bologna al "Barbera". Se avessimo fatta nostra quella partita avremmo avuto più certezze. Oltre a quel pareggio interno ci si mise anche la sfortuna del calendario, infatti nelle ultime quattro gare affrontammo squadre forti che avevano ancora qualcosa da dire al campionato ed obiettivi importanti da conseguire. Non abbiamo trovato squadre morbide al contrario delle altre che nella parte finale del campionato ebbero match magari più semplici sul piano motivazionale. Dramma Zamparini? Queste sono le vere tragedie della vita. Perdere un figlio è la cosa più dolorosa e triste che possa capitare. Mando un forte abbraccio al grandissimo presidente".
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