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Ventura: “Petrachi un intenditore di calcio. Callejon? Bisogna capire chi ha avallato il suo acquisto”

Ventura: “Petrachi un intenditore di calcio. Callejon? Bisogna capire chi ha avallato il suo acquisto”

Le parole dell'ex commissario tecnico dell'Italia relativi ai temi più caldi della Serie A

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A Tutto Gian Piero Ventura.

Dopo la deludente esperienza alla Salernitana terminata lo scorso agosto, Gian Piero Ventura, resta in attesa di una nuova chiamata per rituffarsi in una nuova avventura in grado di dimenticare la sua parentesi campana. Proprio nelle scorse ore, il nome dell'ex Chievo, è stato insistente accostato al Bari: in cerca di un sostituto dopo l'esonero di mister Auteri. In attesa di ulteriori sviluppi sul suo futuro, Gian Piero Ventura, ha concesso una lunga intervista sulle frequenze di "Lady Radio" in cui si è soffermato sui temi più caldi della Serie A. 

 “Callejon? La sua situazione mi sembra evidente, non ha le caratteristiche da 532, modulo sia di Iachini che di Prandelli, perciò bisogna vedere come mai qualcuno ha avallato il suo acquisto. Se il meglio di sé l’ha dato come esterno offensivo, non quadra qualcosa. Per la Fiorentina è un momento particolare in un campionato anomalo, senza pubblico e con tante partite. Anche Prandelli ha avuto qualche difficoltà e la partita con l’Inter dice che non può prescindere da giocatori importanti, senza di loro il tasso qualitativo scende notevolmente. Poi se sbagli in questo tipo di stagione ti trovi subito in situazioni d’imbarazzo come accaduto anche al Cagliari o al Torino”.

Sulle difficoltà nel subentrare in panchina: “Dipende dalla capacità di adattarti, se hai possibilità di fare il mercato iniziale puoi chiedere giocatori affini ai tuoi principi di gioco, tanto che Prandelli subentrando deve giocare con un modulo simile a quello di Iachini. Dipende molto anche dal feeling che riesci a costruire e dai risultati. L’inizio non è stato facile con 1 punto in 4 partite e i problemi con questi risultati aumentano. L’ultima partita con l’Inter in realtà non fa testo, da una parte c’era un Inter in salute e dall’altra la squadra viola menomata di tre soggetti fondamentali ma per il resto ci sono alti e bassi di un campionato anomalo e bisogna analizzare dove puntare per arrivare in fondo”.

Sulla Sampdoria: “E’ una piccola mina vagante, se centra la partita può fare risultato ovunque, altrimenti è facilmente domabile. Quagliarella ci aveva abituato a 15 gol e a togliere le castagne, quest’anno fa un po’ più fatica, ma Torregrossa, e Keita sono acquisti centrati. E’ una partita dunque da prendere con le molle perché se è in giornata ti crea problemi”.

Tra i temi trattatiti anche quello relativo al ds Petrachi: "E' un ds emergente che parla e capisce di calcio e di questi tempi non è poco: è stato un mio giocatore e mio direttore sportivo. Al di là di Pisa dove ci divertivamo, i 5 anni di Torino sono stati importanti, l’abbiamo portato dalla B in Europa facendo una marea di plusvalenze con lavoro mio ma intuizioni sue. Abbiamo lavorato in simbiosi, e ha lavorato bene come a Roma perché i giocatori presi si stanno rivelando importanti. Poi ci sono altre dinamiche in cui non voglio entrare”.

Chiosa finale su lotta salvezza e lotta scudetto: Ci vuole un pizzico di equilibrio, è un campionato anomalo perché tutti pensavo che Benevento e Spezia facessero fatica ed invece con gioco e organizzazione vanno avanti. In difficoltà oltre al Crotone vedo il Parma, perché mi sembra ci sia molta confusione e questo non aiuta, così come il Cagliari che è partito con grande ambizione ma si ritrova in una situazione di grande imbarazzo. Come era accaduto al Torino che ha una rosa fortissima e poteva giocarsi l’Europa. Lotta scudetto? E’ un discorso tra Inter, Milan e Juventus: queste tre se la giocheranno fino alla fine. Juventus-Inter? La guarderò con grande curiosità, e credo che l’Inter non lascerà niente di intentato dopo l’eliminazione dalla Champions”.

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