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Velardi-Mediagol: “Marina di Ragusa? Io messo alla porta, non potevano pagarmi lo stipendio e niente visite mediche. Certi personaggi…”

L'incredibile storia del centrocampista palermitano, messo alla porta dal Marina di Ragusa a tre giorni dalla chiusura della sessione estiva di calciomercato

Mediagol92

Di Massimiliano Radicini

Sto vivendo una situazione non facile. Ero al Marina di Ragusa fin dal ritiro e a tre giorni dalla fine del mercato mi è stato comunicato che purtroppo non sarebbero riusciti a pagarmi lo stipendio, poiché il mio ingaggio era fra i più alti". 

Inizia così l'amaro sfogo di Francesco Mirko Velardi; rabbia e frustrazione emergono nitide dalle parole dell'ex centrocampista del Marina di Ragusa, attualmente svincolato dopo il divorzio burrascoso con il club del patron Carmelo Alabiso che nella giornata di domani affronterà il Palermo fra le mura amiche dello Stadio "Renzo Barbera".

Il classe 1988, con un trascorso nella formazione primavera rosanero allora guidata dall'attuale tecnico della Prima Squadra Rosario Pergolizzi, illustra nel dettaglio - intervistato in esclusiva dalla redazione di Mediagol.it - dinamiche e modalità dell'inatteso epilogo della sua ultima avventura professionale.

In questa categoria troppo spesso vi sono questi personaggi, è un peccato. Essendo un giocatore d'esperienza e avendo giocato per tanti anni in Serie C e due anni in Serie B so che queste dinamiche si ripropongono spesso nel mondo del calcio, penso a quanto accaduto lo scorso anno al Palermo stesso. Io non avevo avuto alcun sentore, ero un punto di riferimento per questa squadra. Quando sono stato chiamato in causa ho sempre fatto bene, abbiamo anche vinto una partita casalinga in cui ho fornito l'assist decisivo per il gol della vittoria. Ciò nonostante, sono stato messo alla porta. Il mio stipendio ammonta ad una cifra normalissima. A tre giorni dalla fine del mercato le squadre erano ormai tutte formate, quindi mi sono ritrovato in questa situazione. È tutto un sistema in cui viene permesso a certi personaggi di raggirare alcune norme, nonostante pubblicamente si professino dirigenti seri ed affidabili. Prova ne sia che i calciatori non abbiano nemmeno sostenuto le rituali visite mediche”, sono state le sue parole.

Il gruppo mi ha manifestato vicinanza, mi hanno detto che per loro ero un giocatore fondamentale ed un capitano. Io ho giocato 150 partite fra i professionisti e avevo deciso comunque di scendere di categoria. Auguro le migliori fortune ai miei compagni perché la squadra merita. È stata costruita con 70-80 mila euro una bella squadra di giovani. Purtroppo non ci sono giocatori d'esperienza, fondamentali in questa categoria quando incontri squadre come il Palermo o l'Acireale".