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Vaccaro: “Voglio riportare in alto il Palermo, giocare qui è emozionante”. E sul numero 27…

Le dichiarazioni rilasciate dal terzino rosanero Francesco Vaccaro in merito alla stagione del Palermo in D

Mediagol22

Francesco Vaccaro a 360 gradi.

Il terzino del Palermo, intervenuto nel corso della trasmissione #siamoaquile in onda su TRM, ha parlato di sé. Tanti i temi trattati, alcuni dei quali anche in ambito nazionale: “Il mio idolo? Non ho un giocatore a cui mi ispiro, ma guardo molto Kolarov perché sono romanista, prendo molto spunto da lui. Declino calcio italiano? Sicuramente deriva dai tanti soldi in circolazione, il calcio non è più una passione. È diventata una questione economica. Il budget che spendono oggi sono esagerati”.

Ma tornando al Palermo, la testa vola ai tanti derby in programma quest’anno e agli obiettivi stagionali da perseguire: “Una bella motivazione per dare sempre il massimo e vincerle tutte. Noi siamo il Palermo e siamo consapevoli che le altre squadre daranno sempre il 100% contro di noi per fare bella figura, quindi è difficile farsi un'idea di come andrà il campionato. Qual è la difficoltà di passare da uno stadio con 20.000 tifosi ad uno come quello di Locri? Le motivazioni sono sicuramente diverse, arrivi al campo e non vedi lo stadio pieno e non vedi la gente che ti sostiene per tutta la partita. I campi sono più stretti e più compatti, non è la stessa cosa di giocare al Barbera. La mia sensazione all’esordio in casa? E' stata un'emozione, giocare per il Palermo e avere i tifosi dalla tua parte è bellissimo. Non so che effetto possa fare entrare al Barbera da avversario. E' unico, un luogo in cui vivi tutti i giorni e vivi l'ambiente della squadra. Il mio obiettivo personale è cercare di giocare il più in alto possibile, ma da questa stagione vorrei ottenere la promozione con il Palermo. Voglio vincere il campionato e riportare questa società dove più gli compete, perché non merita la D”.

Infine, una battuta sul suo numero di maglia: “Il 27 è un bel numero, che apparteneva sia a Ilicic che a Pastore. Io lo porto per la data di nascita di mio nonno però sono consapevole del fatto che qui pesa molto”.