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Tuttolomondo: “Il Palermo giocherà la serie B. Dragotto? Le diffamazioni vanno punite…”

Il direttore finanziario di Arkus Network ha commentato l'attuale situazione che sta attraversando il club rosanero

Mediagol52

Parla Salvatore Tuttolomondo.

Intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb, il direttore finanziario di Arkus Network ha commentato il momento di caos del Palermo, che attualmente non risulta iscritto al prossimo campionato di serie B e sembra dunque destinato alla retrocessione in serie D.

Queste le sue dichiarazioni: "Benedetto Mancini? Mi ha presentato gli esponenti della Lev Ins dopo quello che è successo. Non lo conoscevo prima. Lui mi conosceva attraverso alcuni comuni conoscenti. Io fino a un mese e mezzo fa non conoscevo neanche Lucchesi. È arrivato a Palermo attraverso alcune conoscenze. L’ho conosciuto ad aprile. Tornerò a Palermo appena mi sarà garantita una situazione ambientale congeniale. Ricordo che ci siamo accollati i debiti del Palermo, meritiamo considerazione diversa, a cominciare dal primo cittadino. Giudicateci dai fatti, non dalle chiacchiere. Il Palermo giocherà in serie B? Per quanto ci compete assolutamente si. Non lo dico solo io, ma anche i nostri legali. Laddove si verificasse che ci rifiutassero l’iscrizione impugneremmo il provvedimento. Forse a Macaione lo ha chiesto qualcuno in Banca d’Italia di dimettersi... era presidente di Sporting Network e vice presidente del Palermo, una situazione che gli avevo anche contestato. Albanese eventualmente se ne assumerà le responsabilità. Lui come il Signor Dragotto (Sicily by Car ex sponsor del Palermo, ndr) che ci ha definito millantatori, noi la diffamazione non la accettiamo e la puniamo energicamente. I primi sentori intorno le 17.30-18. Tutto procedeva per il meglio, il nostro amministratore delegato era andato a Firenze. Stavamo cazzeggiando nella pausa pranzo perché avevamo messo a posto. Ci dicevano che la fideiussione stesse per arrivare. Dopo innumerevoli telefonate si avvicinava l’orario e quindi abbiamo fatto opera di autotutela dell’investitore. I calciatori rispetto alla Federazione sono privilegiati, ma rispetto alla giustizia ordinaria sono creditori come altri e quindi abbiamo preso una scelta coraggiosa. Farris era a Roma per altri motivi. Non ho mai mandato nessuno a Roma per la fideiussione, Farris aveva anche altri interessi. Il segretario Francavilla poi ci ha detto che era a Roma, così ho chiamato EVC e ho detto di dare il cartaceo che non è arrivato".