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Tedesco: “Palermo società di livello, ma a Pergolizzi avrei dato una chance. Svelo cosa serve per la C”

Le dichiarazioni di Giovanni Tedesco sul futuro del Palermo

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Il nuovo Palermo, l’ormai ex tecnico Rosario Pergolizzi e... Giovanni Tedesco.

Palermitano DOC che, dopo la fine dell’avventura alla guida del club maltese Valletta, è alla ricerca di una nuova panchina. Intanto, il tecnico ha organizzato un summer camp calcistico per ragazzi a Isola delle Femmine. Nelle scorse settimane il suo nome era nella lista dei possibili futuri allenatori rosanero, ma l’ex centrocampista, almeno finché il mancato rinnovo di Rosario Pergolizzi non fosse divenuto ufficiale, ha tenuto lontane le voci. Il telefono, tuttavia, non ha mai squillato.

In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il tecnico palermitano ha parlato delle sorti del club di Viale del Fante: “La figura del presidente Mirri mi è sempre piaciuta, perché ha riportato quell’umanità e quel legame tra la proprietà e i tifosi che si era perso con Zamparini - ammette Tedesco -. Poi, è una società con dirigenti di alto livello come Sagramola e Castagnini, hanno vinto un campionato di Serie D con Pergolizzi in modo egregio. Con la maglia del Palermo non è mai facile vincere e Rosario con i giocatori è stato molto bravo. Bisognerebbe stare dentro per capire quali dinamiche sono intervenute nel mancato rinnovo. Solitamente a chi vince si dà la possibilità di proseguire e Rosario una chance se la sarebbe meritata”.

Il Palermo, adesso, si appresta a vivere un’ostica Serie C: “Basta vedere come è andata a società come Catania e Bari. Se non azzecchi le mosse giuste, fai fatica a salire e rischi di restare in C anche due-quattro anni. L’entusiasmo dei tifosi è già una base importante, così come quella dei giocatori dello scorso anno, adesso bisogna sapere come completare il puzzle. Ci vuole una struttura con giocatori forti, anche di Serie B per essere pronti dopo la promozione. Se la struttura non c’è, con i giovani è dura. La base è ottima, servono innesti importanti, attaccanti da 15-20 gol a testa. Quando ho vinto in B ero con Di Vaio e Artistico nella Salernitana, con Baiano e Batistusta nella Fiorentina, Milito e Stellone nel Genoa. Ci vuole organizzazione e gli attaccanti che fanno la differenza”.

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