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Tacopina-Mediagol: “Da Roma a Bologna fino a Venezia, fiero del mio percorso. Parlai del Palermo con Zamparini, ma io e lui siamo diversi…”

Joe Tacopina

L'intervista esclusiva concessa da Joe Tacopina, avvocato ed ex presidente del Venezia, già dirigente di Roma e Bologna, alla redazione di Mediagol.it

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Avvocato di acclarata levatura su scala internazionale, per background professionale, competenza e prestigio.

Business-man a tutto tondo, con ascendente, carisma e conoscenze specifiche nell'universo dell'alta finanza. Dirigente sportivo esperto e lungimirante, animato da una passione viscerale per il calcio. Joe Tacopina è un personaggio poliedrico che ha già lasciato un segno tangibile nel panorama calcistico nazionale, costruendosi un percorso dirigenziale di assoluto rilievo. Nato a New York il 14 aprile del 1966 da genitori italiani, Tacopina funge da profilo dirigenziale di riferimento della cordata di investitori americani guidata da Thomas Di Benedetto che acquista la Roma nel 2011, ricoprendo anche la carica di vicepresidente del club capitolino. Quindi l'esperienza breve ma intensa col Bologna, coronata con la promozione in Serie A ed il divorzio dal socio connazionale Joey Saputo per divergenze di natura gestionale e programmatica. Dal 2015 prende vita per il noto legale statunitense la favola Venezia, la scalata dalla Serie D fino al torneo cadetto, la semifinale playoff promozione persa contro il Palermo, una stagione deludente in cui il club lagunare evita la retrocessione proprio grazie al crack finanziario della società rosanero firmato Arkus Network. La decisione di defilarsi dal ponte di comando del Venezia, pur mantenendo una quota di minoranza ed un ruolo nell'attuale progetto della nuova proprietà, la voglia di rituffarsi in una nuova e stimolante avventura se le contingenze dovessero consentirlo. Il suo ottimo rapporto con Tony Di Piazza e le origini siciliane di cui Tacopina va orgoglioso hanno fatto sì che il suo nome sia salito nuovamente alla ribalta mediatica in ottica Palermo, in seguito all'ormai nota querelle tra l'immobiliarista statunitense ed il socio di maggioranza, Dario Mirri. Le dimissioni di Di Piazza dalla carica di vicepresidente del club e le marcate divergenze di vedute con l'imprenditore pubblicitario palermitano hanno generato sul piano mediatico un ampio ventaglio di ipotesi e scenari sulle possibili evoluzioni in seno al club di Viale del Fante. Tacopina chiarisce il reale stato delle cose e la sua posizione in merito nel corso di un'interessante intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it. ripercorrendo anche qualche aneddoto legato all'era rosanero targata Maurizio Zamparini.

"Una cavalcata trionfale dalla D alla B, una semifinale play-off promozione persa con il Palermo, il nodo stadio e l’ultima stagione deludente. Perché Joe Tacopina ha lasciato il timone del Venezia? Per quanto mi riguarda, il club lagunare rappresenta qualcosa di significativo al di là dell'aspetto calcistico. Personalmente vi assicuro che ho dato e sto dando, anche attualmente, molto al Venezia. In verità sono emotivamente e fattivamente ancora coinvolto in questo progetto. Sono arrivato al Venezia dopo una duplice esperienza professionale che mi ha visto operare per club della levatura di Roma e Bologna. Ho ricoperto la carica di vice-presidente dell’AS Roma, componendo il gruppo di investitori e dirigenti che poi gestito la società giallorossa per anni; poi ho vissuto un trascorso importante al Bologna, riportando il club in A e contribuendo allo sviluppo dell'immagine dei felsinei. Successivamente ho venduto le mie azioni  della società emiliana a Joey Saputo decidendo di sposare il progetto Venezia. Sono molto orgoglioso del mio percorso manageriale nel calcio italiano per via dei successi ottenuti con diversi club, un cammino che nelle mie intenzioni ovviamente è solo all’inizio. Ritengo corretto sottolineare che sono ancora coinvolto nell'attuale progetto del Venezia, seppur in maniera diversa. Se mi guardo indietro, non ho rimpianti ed ho la piena consapevolezza di avere sempre dato il massimo per raggiungere importanti risultati in ogni esperienza di business in cui ero, e sono tuttora coinvolto, nell'universo del panorama calcistico italiano.Io amo questo Paese: i miei genitori sono nati qui, le mie radici sono italiane e in particolar modo siciliane, mia madre è di Montelepre: sono stato da quelle parti in diverse occasioni, conoscendo con mio grande piacere la gente del luogo che mi ha sempre dimostrato grande affetto. Perché le mia strada e quella del Palermo finora si sono incrociate ma mai congiunte? È una bella domanda. È vero, nel corso degli anni ho avuto in diverse occasioni contatti ed interlocuzioni con Palermo e il Palermo Calcio. Incontrai Zamparini anni fa, andai anche da lui in Friuli. Ricordo che a casa sua aveva un cane enorme, mi stava quasi uccidendo! (ride, ndr). In merito a Maurizio Zamparini posso dirvi tranquillamente che ho sempre pensato fosse una persona un po’ ‘particolare’, unico nel suo genere. Sfortunatamente non ci trovavamo d’accordo su certe prospettive finanziarie legate a Palermo e al Palermo. Era abbastanza difficile interfacciarsi con lui in merito a un’eventuale cessione della società. Io peraltro sono abituato al metodo americano di fare business, in cui la serietà è alla base di ogni decisione, e questa andava a cozzare con alcune sue modalità, diciamo così, un po’ casuali  e approssimative di fare business".