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Sneijder sorprende: “Io come Messi e CR7 se avessi voluto. Real Madrid? Guti non mi ha parlato per mesi perché…”

AMSTERDAM, NETHERLANDS - SEPTEMBER 06:  Wesley Sneijder of the Netherlands watches TV with his family on the pitch, during a presentation marking his last ever game for the Netherlands after the International Friendly match between Netherlands and Peru at Johan Cruyff Arena on September 6, 2018 in Amsterdam, Netherlands.  (Photo by Dean Mouhtaropoulos/Getty Images)

Wesley Sneijder torna a parlare di sé e della sua lunga carriera tra Inter, Real Madrid e Olanda: "Ho vinto tutto quello che si poteva vincere a livello di club"

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Parla Wesley Sneijder.

Un passato da calciatore e un presente da dirigente all'Utrecht, ma anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo, l'ex centrocampista continua a far parlare di sé, per il suo carattere vulcanico e la sua personalità estrosa. Intervenuto ai microfoni di Fox Sport, l'olandese si è infatti divertito a raccontare episodi e aneddoti della sua lunga e intensa carriera: "Devo essere onesto con me stesso. Se mi fossi impegnato al 100% sarei stato ricordato come un giocatore forte tanto quanto Messi e Cristiano Ronaldo. Ne sono sicuro".

"Non è che non potessi farcela - ha continuato a spiegare Sneijder - semplicemente non mi andava. Ho preferito godermi la mia carriera per quello che è stata, sia in campo che fuori. Ho vinto tutto quello che si poteva vincere a livello di club, quindi adesso. non ho alcun rimpianto".

Il 2010 l'anno più bello della sua carriera, prima ha trascinato l'Inter al 'Triplete' e poi si è reso protagonista con la maglia della sua Olanda, sfiorando perfino il sogno Mondiale: "Sono un giocatore da squadra, a cui piace vincere insieme ai compagni. Ancora più bello del Pallone d'oro che non ho vinto quell'anno è stato il trionfo in Champions League. Il premio individuale sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma mi basta che la gente pensi che avrei dovuto vincerlo".

E infine, la sorprendente, tanto inaspettata, rivelazione di Sneijder: "Quando sono diventato titolare nel Real Madrid, Guti non mi ha parlato per tre mesi perché andava in panchina. Poi abbiamo iniziato a giocare insieme e avevamo un'intesa incredibile. Ci trovavamo anche senza guardarci. E' un fenomeno, il più forte con cui abbia mai giocato. Mi ha fatto una grandissima impressione", ha concluso.

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