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Serie C, Calcagno (AIC): “Liste a 22 una forzatura, penalizzano chi vuole investire. Dichiareremo lo sciopero”

Le dichiarazioni rilasciate dal vicepresidente dell'Assocalciatori

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"Lo stato di agitazione è confermato, nei prossimi giorni dichiareremo lo sciopero".

Lo ha annunciato Umberto Calcagno, intervistato ai microfoni di 'Zona Vostra', format televisivo in onda su Trm. Dopo aver annunciato lo stato di agitazione per l’intera categoria dei giocatori tesserati per le società militanti nel campionato di Serie C, riservandosi - in caso di mancata soluzione delle tematiche evidenziate - di indire lo sciopero per la prima giornata di campionato, il vicepresidente dell’Assocalciatori è tornato a parlare della questione relativa alle liste bloccate a ventidue giocatori.

"Non c’è interlocuzione in questo momento con la Lega Pro e soprattutto ci sono idee di politica sportiva completamente differenti. Pur nel rispetto delle idee degli altri è fuori dubbio che non bisogna essere degli esperti tecnici per capire che stiamo creando delle illusioni a centinaia e centinaia di ragazzi. Le liste a ventidue sono una forzatura che oltretutto non ha neanche una connessione con la valorizzazione dei calciatori, perché limita semplicemente chi avrebbe la possibilità di investire. Non mi risulta che in passato a qualche presidente sia stato posto un obbligo di prendere più di ventidue calciatori. E’ una norma che serve semplicemente a far abbassare il livello tecnico e sportivo del nostro campionato", sono state le sue parole.

"Noi condividiamo anche che la Lega Pro insieme alla Serie B e anche a tutto il mondo dilettantistico facciamo all’interno del sistema una mission dedicata ai giovani, capisco invece molto di meno che chi vuole investire nei giovani e lo fa anche per esigenze economiche e di budget voglia limitare gli altri. Dobbiamo lasciare libertà al sistema. Non vedo molte alternative purtroppo allo sciopero, anche se capisco il momento delicato, in una ripresa che tutti quanti abbiamo voluto e alla quale abbiamo lavorato. Tuttavia, non ci si può approfittare di questa situazione per imporre norme che non porteranno benefici economici alle società e soprattutto non creeranno un plusvalore per i giovani calciatori coinvolti", ha concluso Calcagno.

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