La Juventus allunga sull'Inter.
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Serie A, Sacchi: “Giornata no dell’Inter, Lukaku e Lautaro statici. Juventus? Ecco cosa serve in Champions League”
Le parole di Arrigo Sacchi al termine della ventesima giornata di Serie A
La decide lui: Cristiano Ronaldo che, grazie alla doppietta messa a segno contro il Parma, permette ai bianconeri di portarsi a +4 dai nerazzurri firmando la prima mini fuga stagionale. Ad analizzare la gare nel suo editoriale su La Gazzetta dello Sport è Arrigo Sacchi, soffermatosi a parlare anche del pareggio maturato dall'Inter sul campo del Lecce.
"I bianconeri di Sarri vincono con il Parma, ma non confermano il gioco aggressivo e divertente visto in Coppa Italia con l’Udinese. Maurizio ha il compito più difficile: cerca di dare un gioco più di dominio, internazionale, ha giocatori che hanno vinto molto praticando un football differente. Ha trovato una rosa già completa, sta lavorando per modificarne il pensiero e orientarne i comportamenti. Se ci riuscirà avrà compiuto un capolavoro e i suoi giocatori ne beneficeranno. Se l’obiettivo è il campionato, forse si può vincere anche giocando così. Se l’obbiettivo è la Champions bisognerebbe praticare un football più collettivo o avere una rosa di campioni. Le ultime vincenti lo dimostrano chiaramente".
Arrigo Sacchi si è poi espresso sull'ultima prestazione dell'Inter: “L’Inter balbetta in casa di Conte. Da deplorare la maleducazione di una parte della tifoseria leccese verso il proprio grande concittadino. Tutti possono incontrare una giornata non brillante: le gambe non funzionano bene, le idee non vengono e la tensione non è al top. I nerazzurri sono incappati in una giornata pessima. Nel calcio, in generale, vinci se c’è una straordinaria volontà e una determinazione feroce che ne aumentano le capacità intellettive, fisiche e tecniche. Ebbene i nerazzurri avevano Sensi e Barella che non potevano essere in forma dopo il lungo tempo di inattività. Lukaku e Lautaro erano in una giornata no: fermi, statici, vicino all’area. La velocità e il ritmo lento della squadra non li aiutavano. Si verticalizzava sulle punte statiche e si sperava nei cross. Una giornata storta capita a tutti”.
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