“Spadafora non è un amante del calcio, questo lo hanno capito tutti. Ha un certo tipo di avversione verso questo sport”.
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Serie A, l’ex ds del Genoa Capozucca: “Il calcio è un’azienda, bisogna ripartire! Mercato? Sarà fatto di scambi e prestiti…”
"Non ci sono solo i calciatori che guadagnano tanto, una società è fatta di tante persone. E poi ci sono le attività che ruotano attorno al calcio"
A dirlo è l'ex direttore sportivo di Livorno, Cagliari e Genoa, StefanoCapozucca. Il dirigente romano, intervistato da Tuttomercatoweb, ha espresso il suo pensiero sul ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora: “Il calcio è uno sport, ma soprattutto un’industria composta da gente che lavora. Se il calcio si fermasse la perdita sarebbe importantissima. Ripartire comporta qualche problema, ma lo spirito deve essere quello di avere certezze e di convivenza con il virus”.
Le polemiche su come si è mosso il governo col mondo del calcio sono all'ordine del giorno: "Cosa direi a Spadafora? Gli manifesterei la mia delusione per alcune sue affermazioni- ha sottolineato l'ex ds del Genoa -. Non so da cosa derivi la sua riluttanza. I calciatori sono una parte dello sport, il calcio è un indotto. Gli direi di riflettere, il calcio non è uno sport normale ma un’azienda. La cessazione produrrebbe un’eccessiva mole di disoccupazione. Non ci sono solo i calciatori che guadagnano tanto, una società è fatta di tante persone. E poi ci sono le attività che ruotano attorno al calcio. Penso ai baracchini di San Siro, vivono vendendo panini e bandiere”.
Per Capozucca a prescindere da quale sarà la scelta finale del governo quello passato verrà comunque ricordato come un campionato anomalo: "A dodici gare dalla fine un’interruzione di sessanta giorni è un’anomalia. I calciatori sono degli atleti, vero che si sono allenati a casa ma non è la stessa cosa. Nessuno si aspettava, quando è arrivato il Covid, una situazione di questo tipo. La ripartenza può esserci, ma avrà delle conseguenze”.
Probabilmente al termine dell'emergenza il sistema calcio vivrà un periodo di difficoltà economica: “Anche se si ripartirà, le partite saranno a porte chiuse. I danni a livello economico, per quanto riguarda le sponsorizzazioni, saranno notevoli. Se si riparte, la questione diritti tv può mettersi a posto. Se paghi lo fai per avere un evento, che oggi non c’è. Mercato? Certe valutazioni visto il danno industriale non ci saranno più. Sarà un mercato fatto di scambi, prestiti e altro - ha concluso Capozucca -. Forse oggi si rimpiangono le comproprietà, che avrebbero aiutato”.
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