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Sensibile-Mediagol: “Rivedremo mai il Pastore di Palermo? Rispondo così. Fonseca ok, Roma condizionata dal ribaltone societario. Immobile…”

L'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it dal direttore sportivo della P&P Sport Management, Pasquale Sensibile

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Pasquale Sensibile ha avuto l'intuizione ed il privilegio di fiutare il talento cristallino di Javier Pastore. 

L'ex dirigente di Palermo, Sampdoria e Roma, coadiuvò Walter Sabatini, allora ds rosanero, in qualità di responsabile dello scouting nell'opera di monitoraggio e focalizzazione del profilo del fantasista argentino, poi sfociata in una vera e propria trattativa che condusse l'ex Paris Saint Germain in Sicilia. Complici discontinuità ed infortuni, il Pastore ammirato con la maglia della Roma ha regalato soltanto sprazzi della sua innata classe, non riuscendo a ritagliarsi continuità di impiego e rendimento, incidendo sulle sorti della compagine guidata da Paulo Fonseca soltanto a corrente alternata. La parabola professionale del trequartista sudamericano è stata oggetto di approfondimento nel corso di un'interessante intervista esclusiva concessa dall'attuale direttore sportivo della P&P Sport Management, alla redazione di Mediagol.it. L'ex responsabile dello scouting della Juventus si sofferma anche sul momento d'oro del bomber della Lazio, Ciro Immobile, attuale capocannoniere del campionato di Serie A.

"L'esperienza di Pastore con la maglia della Roma? Dura poter preventivare di rivedere il Pastore di Palermo, dipende assolutamente da lui. Ho rubato un concetto direttore Walter Sabatini: ciascuno di noi nella vita ha una parabola professionale, probabilmente il Pastore di Palermo era un calciatore che doveva andarsi a prendere il prestigio, il successo, la fama e la dimensione da calciatore internazionale L'esperienza di Javier dopo il Psg è diversa, era fisiologicamente un Pastore che aveva smarrito quella fame e quella ferocia che ti anima quando senti la necessità di mettersi in mostra. Non deve suonare come un'accusa al ragazzo, ma credo che sia sotto gli occhi di tutti che negli ultimi anni non si è evidenziato sul campo in modo tangibile il talento che ha sempre caratterizzato i primi anni di vita calcistica di questo magnifico giocatore. La Roma di Fonseca? Il credo calcistico del nuovo tecnico giallorosso mi intriga molto fin da quando allenava lo Shakhtar Donetsk. Ricordiamo chegli ucraini in Champions League sono stati sempre una squadra ostica, sebbene il loro campionato non fosse il massimo della competitività. Direi una di quelle squadre che si evitano volentieri in sede di sorteggio. Già in quegli anni allo Shakhtar aveva messo in mostra notevoli qualità individuali e anche un'ottima organizzazione di gioco, Fonseca mi incuriosiva molto quando la Roma lo ha scelto. Questa stagione si sono viste cose molto interessanti, poi sul lungo periodo tutte le squadre attraversano periodi felici e altri un po' più delicati, posso dire che l'ennesimo ribaltone della società in una piazza come Roma ha potuto inevitabilmente condizionare anche il rendimento della squadra. L'esplosione definitiva di Immobile? La sua storia è un po' particolare, Io lavoravo come capo degli osservatori alla Juventus e ricordo che Ciro venne acquistato dal Sorrento per il settore giovanile bianconero di allora. Ha fatto la sua trafila alla Juventus e poi ha iniziato la sua carriera, ricordo il Pescara di Zeman che con Verratti lui e Insigne vinse il campionato di serie B vincendo 3-2 proprio a Marassi, nell'ultima di campionato, quando io ero il direttore sportivo della Sampdoria. Noi vincemmo i play-off e ottenemmo poco dopo la promozione in massima serie. Immobile ha fatto tutto un percorso in carriera particolare, che lo ha portato alla Lazio, dove credo abbia trovato un equilibrio che lo sta portando ad avere un rendimento straordinario. Quello che ritengo ancora più formidabile, al netto della qualità delle sue prestazioni, è la costanza di rendimento che sta caratterizzando la sua eccellente stagione".