Scommesse, Gervasoni: “Ho truccato molte partite per soldi. Succede ancora oggi”

"Ho truccato una dozzina di partite, l’ho fatto sostanzialmente per soldi". Così Carlo Gervasoni, intervistato ai microfoni de "Le Iene". L'ex difensore, testimone chiave nell'ultima grande inchiesta relativa al calcioscommesse, era in campo in occasione della famosa sfida Atalanta-Piacenza. "Ci vuole veramente poco per far sì che una partita vada in un verso o in un altro: chiedevo ad altri due-tre compagni, portiere, centrocampista e attaccante. E bastava mettere d'accordo la linea centrale. Si riusciva anche solamente alzando un po' la linea di difesa o lasciando una marcatura un po’ più leggera. Erano i piccoli dettagli che facevano la differenza", ha raccontato.

"Le cifre? Su una partita di Serie B si facevano 150 mila euro, su una di Serie A 400 mila euro. I soldi di solito venivano dati in anticipo, così da dare più responsabilità al giocatore. Mi proposero di perdere quella partita (Atalanta-Piacenza) e io accettai. Ci dovevano essere due gol nel primo tempo, così causai un rigore al 40’ sull’1-0. Mi ero messo d'accordo con Cristiano Doni su come avrebbe tirato il rigore e alla fine andò come mi disse. Io l'ho fatto perché non era facile mantenere quello stile di vita: andavi a cena fuori tutte le sere, avevo una Porche, un Q7... Sono un cog***ne, ho sbagliato io. Non riesco più a vedere una partita di calcio intera, pensi sempre che siano truccate. Credo che le gare siano truccate ancora oggi, dove girano tanti soldi c'è sempre il marcio dietro".

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