Parola a Mario Alberto Santana.
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Santana: “Dato tutto per il Palermo, non vedo l’ora di tornare in campo. Regola under? Andrebbe abolita, i giovani…”
Le dichiarazioni dall'attaccante rosanero, Mario Alberto Santana, relative alla sua condizione atletica
Dalle sue condizioni dopo l'infortunio, all'importanza degli under per il Palermo. Sono diversi i temi trattati dall'attaccante rosaner, ai box ormai da dicembre scorso a causa di una frattura al tendine d’Achille rimediata in occasione della sfida interna contro l'Acireale - poi persa dai rosanero per 1-3 -. Nonostante lo stop forzato, l'argentino, non hai mai smesso di mostrare il proprio sostegno alla squadra. Intervenuto nel corso della trasmissione "Siamoaquile" in onda su "TRM", il classe '81 è tornato a parlare delle sue condizioni, a poco più di due mesi dal brutto infortunio.
Di seguito, le sue dichiarazioni.
"Sto bene, mi sto riprendendo. Sono passati due mesi e quindici giorni, li conto perché non vedo l'ora di tornare in campo. Pedaliamo, ma so che è lunga. La mia compagna mi vede poco, sto sempre al campo (ride ndr). Nonostante sia infortunato, è importante che io dia il mio contributo alla squadra da fuori dal campo. La mia vicinanza si sente e ciò mi rende orgoglioso, perché significa che i ragazzi hanno conosciuto il vero Mario, che va al di là dal giocatore. Sentire ciò che i miei compagni dicono di me mi rende felice. Di me credo che al Palermo manchi un po' tutto, dalla mia presenza negli spogliatoi a quella in allenamento, dove divento duro quando bisogna esserlo ma sono anche pronto a fare i complimenti o ad aiutare chi si trova in difficoltà e a chi gioca meno. Si tratta di piccoli gesti che fanno sentire importanti. Io sono molto felice, perché sono queste le cose belle del calcio, che vanno oltre ai gol. Da quando sono tornato fino al giorno dell'infortunio ho dato tutto per loro, non per me perché io il mio lo avevo già dato. Ho fatto di tutto per fare crescere i miei compagni e credo di avergli dato qualcosina.
Inevitabile, infine, la parentesi relativa agli under: "Bisognerebbe togliere la regola degli under, perché gli dà tante responsabilità e non gli permette di dare il meglio di sé. L'obbligo di schierargli dà loro un bonus e fa sì che non debbano guadagnarsi il posto, per cui è più facile. Manca la volontà di dare qualcosa in più. Io quando ero giovane dovevo dare il triplo di loro. Bisogna fare dei sacrifici. I nostri under non ce li ha nessuno, lavorano bene e si allenano ma inconsciamente anche loro potrebbero sentire meno obblighi. Bisogna dargli degli imput e farli crescere meglio. Il Palermo non deve essere un punto d'arrivo, devono pensare in grande. Un 2000 o un 2001 può essere notato da grandi squadre, mentre quando cresci è più difficile. Nel calcio non c'è solo qualità, ma anche la passione e la testa. È un lavoro e bisogna farlo al 100%. Io a 17 anni ho giocato la prima partita nella Serie A argentina. Un giocatore bravo, anche se giovane, viene schierano al di là della regola degli under. L'obiettivo è vincere, quindi spesso si pensa che un giocatore esperto possa dare di più e gli allenatori si sentono più tranquilli. Tutti, però, possono sbagliare. Io non vedo tante differenze, ritengo che le qualità di un giocatore vadano oltre l'età. In Argentina i giovani giocano e vengono fatti crescere, per poi essere venduti".
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