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CASO FERRERO

Sampdoria, il legale di Ferrero: “Vi racconto l’arresto, mentre trattava Stankovic…”

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Il legale di Massimo Ferrero ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito all'arresto del suo assistito. In quel momento si trattava a Milano per trattare con Dejan Stankovic, come possibile nuovo allenatore della Sampdoria.

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Massimo Ferrero non sarà più il presidente della Sampdoria, anche se le sue dimissioni devono ancora essere formalizzate. Ieri la notizia del suo arresto ha scosso il mondo del calcio mentre oggi sono arrivati ulteriori dettagli in merito alle dinamiche dell'esecuzione del provvedimento di custodia cautelare. L'avvocato Giuseppina Tenga, legale dell'imprenditore romano, è stata intervistata a Radio Punto Nuovo, nel corso del format "Punto Nuovo Sport Show": "Il mio rapporto di lavoro con lui è iniziato quindici anni fa, paradossalmente con un litigio. Adesso Ferrero è in carcere a Milano, il che mi lascia perplessa, dal momento che oggi e domani a Milano è festa e quindi è molto complicato anche parlargli telefonicamente. Come sta fisicamente? Ho saputo che non è in buone condizioni di salute, ma, malgrado ciò, è stato condotto in carcere. Ha la pressione alta ed epistassi. Al momento non ha neanche i vestiti, speriamo che facciano entrare in carcere almeno una cambiata".

L'avvocato ha poi svelato un ulteriore dettaglio sulle ultime trattative del proprio assistito che stava attenzionando alcuni profili per la panchina della Sampdoria, soffermandosi  sul perché Ferrero si trovasse proprio a Milano in occasione dell'arresto: "Non discuto il provvedimento, ma il modo in cui si è svolta la vicenda. Evidentemente Ferrero dà fastidio a qualcuno. La Sampdoria non c’entra nulla, formalmente sarà costretto a dimettersi perché dal carcere, ovviamente, non può occuparsi di una società sportiva. Non me ne intendo di calcio, ma so che il presidente stava trattando con Stankovic per farlo diventare il nuovo allenatore della Sampdoria. Ecco perché al momento dell’arresto si trovava a Milano. Ci sarà l’interrogatorio di garanzia nei prossimi cinque giorni, poi ci sarà il nostro ricorso al Tribunale di Catanzaro".

 

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