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Sagramola: “Palermo seconda squadra di nessuno, per Mirri è una questione di cuore. Preziosi e Ferrero…”

L'intervista all'ex dirigente rosanero, Rinaldo Sagramola: "Iscrizione? Spero che ci riescano, per solidarietà verso chi perderà il lavoro e verso un amico che ha messo soldi. Onestamente, però, credo ci siano zero possibilità"

Mediagol97

Giornate d'attesa dalle parti di Viale del Fante.

Aspettando il celeberrimo verdetto della Covisoc, che si esprimerà entro giovedì sulla richiesta d'iscrizione al torneo di Serie B (inviata in ritardo ed incompleta) dalla proprietà del Palermo, la città attende il bando del sindaco Orlando per la nascita di una nuova figura che possa rappresentare il club rosaneroin Serie D, campionato dal quale si dovrebbe ripartire una volta ufficializzato il mancato ottenimento della licenza da parte della società.

Nonostante non sia ancora giunto il momento di presentare al Comune le varie manifestazioni d'interesse, vi sarebbe chi, come Dario Mirri, avrebbe già mosso i primi passi affidandosi all'esperienza di Rinaldo Sagramola, che proprio al Palermo è stato dirigente per ben otto anni e che ora, starebbe lavorando col proprietario di Damir per progettare la rinascita del club siciliano in vista del bando comunale:

"Sono molto amico di Dario - ha ammesso Sagramola ai microfoni di Tgs Studio Stadio - e mi ha coinvolto sin da quando è stato chiamato ad intervenire per evitare la penalizzazione. Noi abbiamo comunque lavorato per cercare di mettere insieme un gruppo importante per una proposta mai formulata e probabilmente che mai sarebbe stata accettata. Arkus ha accettato delle condizioni che nessuno, neanche York, avrebbe accettato. Si sono fatti carico del famoso debito. Erano sconosciuti ai più nel mondo della finanza e dichiarazioni come quelle sui 30 milioni all-inclusive facevano venire dubbi, fin dall'inizio. E credo di non essere stato l'unico".

Lo stesso imprenditore palermitano, quando i Tuttolomondo stavano per chiudere con il passaggio delle quote del club rosanero, non ci pensò due volte a rendersi pubblicamente disponibile: "Proprio lui (Mirri ndr.) ebbe a dire che sarebbe comunque stato sempre presente in caso di necessità. Per lui è più una questione di cuore, che imprenditoriale. Come tutti i tifosi, però, ha sperato che questa situazione si risolvesse, anche se ci eravamo messi a lavorare ad un altro progetto ambizioso". Quello di una seconda squadra palermitana, con "una società come Cus o Parmonval per rivalorizzare il patrimonio giovanile locale".

Tale progetto parallelo però, secondo quanto riferito stamani da Il Giornale di Sicilia, era stato concepito "dando per scontato che il Palermo continuasse il suo percorso". Se invece la Covisoc, all'interno dell'istruttoria che sta svolgendo in queste ore, dovesse dare un esito negativo che parrebbe ormai quasi sicuro, il piano originario di Mirri e Sagramola non potrebbe certo essere più indirizzato al club rosanero:

"Il Palermo in sé ha bisogno di una crescita immediata - ribadisce il dirigente - alla fine i giovani li valorizzi sempre, come l'Atalanta. Il Palermo in Serie D deve pensare a tornare ai livelli che merita la quinta città d'Italia, il più rapidamente possibile. Iscrizione? Spero che ci riescano, per solidarietà verso chi perderà il lavoro e verso un amico che ha messo soldi. Onestamente, però, credo ci siano zero possibilità".

Il 12 luglio inoltre, quando il consiglio federale renderà noti gli organici dei primi tre campionati professionistici, il Palermo Calcio dovrebbe e potrebbe ottenere la certezza di dover ripartire dai Dilettanti:

"Laddove fosse certificata la morte sportiva dell'attuale Palermo, il percorso del sindaco sarà in fotocopia rispetto a quello di Bari, Avellino e Cesena. Va presentato un progetto sulla base del quale il sindaco, o la commissione, indicherà quello meritevole di rappresentare la città, presentandolo alla Figc. Ritengo che interverranno più soggetti, quello che mi sento di dire è che la quinta città d'Italia non merita di essere considerata seconda squadra di nessuno. Dovesse arrivare anche il più importante presidente di Serie A, tu più della Serie B non potrai fare, dato che non è permesso nemmeno un rapporto di parentela fino al quarto grado. Preziosi - conclude Sagramola - ai tempi manifestò il suo interesse convinto di cedere il Genoa di lì a breve. Ferrero quando cederà la Sampdoria si vedrà".

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